Svizzera

Un 2023 di vendite in aumento, ma di poco

È la previsione che fanno gli esperti di Credit Suisse in merito al commercio al dettaglio

Prospettive positive
(Keystone)
4 gennaio 2023
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Grazie alla situazione stabile sul mercato del lavoro, alla moderata crescita dei salari e al perdurare dell’immigrazione, nel commercio al dettaglio elvetico si dovrebbe assistere a un lieve aumento del volume d’affari nel 2023.

Nel comparto alimentare le vendite dovrebbero salire (su base annua) del 2,1%, favorite anche da un rincaro previsto all’1,6%, mentre nel segmento non alimentare è attesa una progressione dello 0,8%. I dati emergono dallo studio periodico Retail Outlook pubblicato da Credit Suisse e realizzato dalla banca in collaborazione con la società di consulenza Fuhrer & Hotz.

La ricerca è stata anche l’occasione per un bilancio del 2022, anno che ha visto un calo della crescita del fatturato del settore, imputabile al dissolversi degli effetti prodotti dalla crisi pandemica. Gli operatori hanno in particolare dovuto confrontarsi con le difficoltà di reclutamento di personale e con la carenza di manodopera. La scarsità di giovani leve sta attualmente mettendo a dura prova le imprese, affermano gli specialisti di Credit Suisse, che consigliano alle ditte di sperimentare nuove soluzioni per acquisire e fidelizzare i collaboratori. "È di cruciale importanza una cultura manageriale connotata dal riconoscimento e dall’apprezzamento, oltre a modelli di orario di lavoro flessibili in termini temporali e geografici, un ambiente di lavoro attraente e adeguate opportunità di formazione e sviluppo".

Sempre in base alle stime degli economisti dell’istituto, il turismo degli acquisti è di nuovo aumentato gradualmente nel 2022, "ma senza raggiungere altezze siderali", si legge nel rapporto. L’evoluzione in atto viene considerata sorprendente, in quanto lo scorso anno il franco si è apprezzato notevolmente nei confronti dell’euro, rafforzando di riflesso il potere d’acquisto degli svizzeri che varcano la frontiera. Ma l’effetto di rivalutazione è stato indebolito dall’aumento dell’inflazione nei Paesi confinanti.

"Questo andamento moderato lascia tra l’altro intravedere una sensibilità ai prezzi da parte dei turisti dello shopping, in quanto gli acquisti all’estero sembrano perdere appeal quando i prezzi aumentano", scrivono gli esperti. Altre ragioni potrebbero risiedere da un lato nel tragitto più costoso da percorrere a causa dell’aumento del costo del carburante e, dall’altro, nel comportamento dei consumatori, mutato parzialmente durante la pandemia a favore del commercio online e dei servizi di consegna rapida.

Con attenzione viene seguito anche il commercio online: nel 2022 esso non è riuscito a raggiungere gli alti tassi di crescita dei due anni precedenti, ma i fatturati sono rimasti comunque consistenti. A questo andamento positivo ha contribuito, non da ultimo, l’ampliamento delle competenze e degli interessi digitali dei consumatori. In seguito alle circostanze particolari della pandemia e agli incentivi associati al commercio online, questi fattori sono di nuovo sensibilmente migliorati, soprattutto nella fascia d’età dai 60 anni in avanti. Nel frattempo anche l’utilizzo dei social media ha raggiunto valori elevati: basti pensare che il 62% della popolazione partecipa a un social network e nella fascia tra i 15 e i 29 anni il dato raggiunge persino il 91%. Questo sviluppo lascia intravedere potenziale per un altro canale emergente del commercio online, ovvero lo shopping attraverso i media sociali. Gli economisti di Credit Suisse prevedono che le vendite al dettaglio online in Svizzera saliranno a circa 13 miliardi di franchi nel 2023.

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