Svizzera

Strategia energetica, in ritardo per gli obiettivi 2050

Primo rapporto di valutazione approvato dal Consiglio federale, che rileva ‘un’impellente necessità di intervenire’

Tra le priorità, il potenziamento del fotovoltaico
(Keystone)
16 dicembre 2022
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Berna – Gli obiettivi a breve termine relativi al potenziamento della produzione di elettricità da fonti rinnovabili indigene e al consumo energetico sono stati soddisfatti, ma le misure esistenti non sono sufficienti per raggiungere quello di azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2050. È la sintesi del primo rapporto quinquennale sulla Strategia energetica, approvato oggi dal governo.

Il documento, scrive in una nota il Consiglio federale, viene trasmesso ogni cinque anni al Parlamento, così da fare il punto sullo stato di avanzamento della Strategia energetica 2050. Esso valuta le misure, identifica le tendenze indesiderate e formula raccomandazioni per l’ulteriore sviluppo della politica in materia e il raggiungimento degli obiettivi.

Occorre darsi una mossa

Come detto, il rapporto evidenzia che la Svizzera ha rispettato i valori di riferimento per il 2020, ma che c’è ancora molto da fare in vista del 2050. A causa dei lunghi cicli di investimento, vi è un’impellente necessità di intervenire, avverte il governo.

In ogni caso, le misure aggiuntive già avviate e pianificate, così come gli sviluppi sui mercati energetici, a medio termine dovrebbero rafforzare in modo significativo gli incentivi per il necessario potenziamento della produzione da fonti rinnovabili e per un consumo parsimonioso. Fra queste vi sono ad esempio quelle contenute nella legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili, l’accelerazione delle procedure, gli sgravi amministrativi e fiscali per il potenziamento del fotovoltaico e l’attuazione di progetti idroelettrici.

Sicurezza dell’approvvigionamento, numerose sfide

La guerra in Ucraina ha messo in evidenza i rischi associati alla dipendenza della Svizzera dal petrolio e dal gas provenienti dall’estero, sottolinea l’esecutivo. La mancanza di un accordo sull’energia elettrica con l’Ue comporta ulteriori sfide in quanto, in sua assenza, la Svizzera è sempre più emarginata dal mercato europeo, con effetti tangibili sulla sicurezza delle forniture. A causa della situazione attuale, sono quindi stati anticipati diversi strumenti, come la predisposizione della riserva idroelettrica, delle centrali di riserva e dei gruppi di emergenza, in modo che siano già pronti per questo inverno.

La politica energetica e quella climatica sono strettamente collegate, viene inoltre evidenziato nella relazione. A questo proposito, dal 2018 la legge sull’energia attribuisce un interesse nazionale all’uso delle fonti rinnovabili e al loro potenziamento: tuttavia, l’effetto di questa misura non può ancora essere valutato perché in vigore da poco tempo. Il Consiglio federale rammenta poi di aver presentato quest’anno proposte per accelerare le procedure di pianificazione e autorizzazione delle centrali idroelettriche ed eoliche e che in autunno il Parlamento ha adottato provvedimenti urgenti per velocizzare il potenziamento dell’energia solare.

Guardando al futuro, mediante una relativa legge federale, il Consiglio federale intende rafforzare il potenziamento delle energie rinnovabili indigene e l’efficienza energetica, così come creare una riserva per l’inverno. Inoltre, tramite revisioni d’ordinanza, dal 2023 verrà fra le altre cose vietata la commercializzazione di apparecchi ad elevato consumo e si potranno effettuare aste per gli impianti fotovoltaici.

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