Svizzera

Politica agricola 2022, sì degli Stati alla revisione

Non ci saranno però riferimenti agli obiettivi di politica climatica e un nuovo articolo sulla riduzione delle emissioni. Il dossier passa al Nazionale

Il campo rosso-verde ha tentato di convincere il plenum a cambiare idea, ma la sua proposta è stata bocciata: 32 voti contro 12
(Keystone)
13 dicembre 2022
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Dopo le tergiversazioni e le polemiche del recente passato, il Consiglio degli Stati ha adottato oggi la revisione della Politica agricola a partire dal 2022 (PA 22+). Il dossier va al Nazionale. Il plenum ha rinunciato a inserire nella legge sull’agricoltura un riferimento agli obiettivi di politica climatica e un nuovo articolo sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Il campo rosso-verde ha tentato di convincere il plenum a cambiare idea, ma la sua proposta è stata bocciata per 32 voti a 12. Stando alla maggioranza e al consigliere federale Guy Parmelin, tali principi sono già implicitamente presenti nel progetto.

Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, le Camere federali avevano sospeso la revisione della PA 22+ invitando il governo a presentare un rapporto – rivisto poi al ribasso – sulla direzione futura del settore primario. Tale documento è stato pubblicato la scorsa estate, incontrando il favore della commissione preparatoria che si è messa subito al lavoro.

Intervenendo proprio a nome della commissione, Peter Hegglin, del Centro, ha affermato che alcuni punti controversi sono stati eliminati dalla prima bozza, in particolare i pagamenti diretti. La revisione fa parte della nuova strategia del Consiglio federale per il 2050, ha aggiunto. Gli agricoltori, nelle intenzioni del progetto, continueranno a produrre più della metà degli alimenti in Svizzera e le emissioni di gas serra saranno diminuite del 40% rispetto al 1990.

Ruedi Noser, esponente zurighese Plr, ha speso parole di elogio per i nuovi obiettivi fissati per l’agricoltura svizzera. "Se siamo 10 miliardi su questa terra abbiamo bisogno di una politica agricola intensiva e sostenibile. E non un’agricoltura meno produttiva, più ecologica e sovraccarica di regole".

"Lo Stato ha la responsabilità di garantire la sicurezza alimentare", ha dichiarato dal canto suo, il democentrista bernese Werner Salzmann. A suo avviso è una pericolosa illusione pensare che gli agricoltori possano produrre ai prezzi del mercato mondiale e allo stesso tempo garantire il loro reddito.

La Verde vodese Adèle Thorens, pur accogliendo con favore la strategia del governo che include tutti gli attori coinvolti, dai consumatori all’industria di trasformazione, ha sostenuto che il progetto presentato dall’esecutivo è minimalista poiché tralascia le misure a favore della biodiversità previste in un primo momento dal Consiglio federale. Anche le misure a favore del clima sono state abbandonate. A parere della senatrice ecologista, "non possiamo aspettare il 2030 per impegnare in modo coerente la nostra agricoltura nella lotta al riscaldamento globale".

Per Guy Parmelin "non si può fare l’impossibile". A detta del ministro dell’Economia è meglio "avviare una politica di piccoli passi nella giusta direzione invece di forzare il ritmo col pericolo di ritrovarsi alla fine con nulla in mano".

Per il resto della legge, la Camera dei Cantoni ha seguito ampiamente le raccomandazioni del Consiglio federale. I contributi per ridurre i premi per l’assicurazione del raccolto non sono stati contestati, così come le misure per migliorare la copertura previdenziale per i coniugi o i partner registrati che lavorano regolarmente nell’azienda agricola. Approvate inoltre le regole per i ricorsi da parte delle organizzazioni nell’ambito delle procedure di approvazione dei prodotti fitosanitari.

Su alcuni aspetti, il plenum si è allontanato dal progetto governativo rifiutando, per esempio, i pagamenti diretti per prestazioni speciali nel settore della biodiversità e i contributi ai costi di consulenza. Si rinuncia inoltre ad adeguare le prestazioni ecologiche nonché i contributi al paesaggio coltivato, i contributi alla sicurezza dell’approvvigionamento e quelli transitori.

Gli emendamenti apportati alla legge sulle malattie animali non sono stati contestati. Nel corso del dibattito, il plenum ha anche accolto due mozioni. La prima invita il Consiglio federale a trattare separatamente la revisione del diritto fondiario. La seconda domanda al governo di concretizzare, entro il 2027, le linee strategiche presentate nel progetto di giugno. Infine, i senatori chiedono un rapporto sulla formazione dei prezzi nel mercato agroalimentare.

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