Svizzera

Urlò ‘Allah è grande’ e uccise con un coltello un uomo

A processo al Tribunale penale federale di Bellinzona un 29enne svizzero-turco contro cui pendono diverse accuse fra cui assassinio

Alla sbarra a Bellinzona
(Ti-Press)
12 dicembre 2022
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Al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona si è aperto oggi il processo contro un 29enne che due anni fa uccise a coltellate un portoghese a Morges (VD). All’imputato, di doppia nazionalità turca e svizzera, sono anche attribuiti diversi reati penali commessi prima, tra cui sostegno all’ISIS. In apertura del processo il TPF ha di nuovo respinto la richiesta della difesa di tenere i dibattimenti a porte chiuse, già bocciata qualche mese fa.

Oggi l’imputato ha detto di essere ancora un sunnita praticante e di pregare cinque volte al giorno, ma di non essere legato a un gruppo particolare. L’Islam è una religione "pacifica" che sostiene la pace, ha affermato. Nega di aver frequentato qualsiasi gruppo islamico radicale, ad eccezione di un uomo ora imprigionato in Francia per terrorismo.

L’imputato ha fornito spiegazioni confuse sulle sue motivazioni e sulla sua visione dell’Islam. Ha dichiarato di essersi sbagliato sullo Stato Islamico, di essersi pentito del suo gesto e di aver condannato la violenza dopo la sua detenzione. La sua posizione sull’ISIS è apparsa confusa e contraddittoria: ha detto di non aderire all’organizzazione, ma ha dichiarato di sostenere l’idea di un califfato. Quando il presidente della corte gli ha ricordato che già nel 2017 avrebbe parlato di "pugnalare i miscredenti", l’accusato ha ammesso che voleva uccidere per punire la Svizzera per la sua partecipazione alla coalizione anti-ISIS.

L’uomo è stato rinviato a giudizio per assassinio, tentato omicidio intenzionale, lesioni semplici, minaccia, violazione della legge federale che vieta i gruppi al-Qaida, Stato islamico (ISIS) e le organizzazioni associate, rappresentazione di atti di cruda violenza, tentato incendio intenzionale, tentata esplosione, violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari nonché violazione della legge sugli stupefacenti.

Il 12 settembre 2020, l’imputato ha ucciso a coltellate un portoghese di 29 anni in pieno centro di Morges, a uno spaccio di kebab situato a due passi dalla stazione. La compagna della vittima, presente al momento dell’aggressione, ha subito un grave shock, motivo per il quale lo svizzero-turco è accusato anche dei reati di lesioni semplici e minaccia.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ritiene che il crimine di Morges sia stato un attentato di stampo jihadista allo scopo di vendicare le vittime della guerra della coalizione contro l’ISIS. Durante l’aggressione con un coltello da cucina l’uomo ha urlato "Allahu akbar" (Dio è il più grande).

Al doppio cittadino svizzero-turco sono anche attribuiti diversi reati penali commessi prima, tra cui sostegno all’ISIS attraverso la diffusione di materiale propagandistico. Ha anche tentato di unirsi sul posto al sedicente Stato islamico nella zona di conflitto siro-irachena. Secondo l’atto di accusa, l’imputato era inoltre in possesso di più rappresentazioni di atti di cruda violenza in relazione con l’ISIS. Un’altra imputazione a suo carico concerne il tentato incendio con l’intenzione di far esplodere una stazione di servizio a Prilly, sopra Losanna, nell’aprile 2019; sempre con l’idea di rivendicare l’attentato a nome dello Stato islamico, cosa che non gli è riuscita.

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