Svizzera

L’onere normativo a carico delle imprese va ridotto

Lo sostiene il Consiglio federale, che ha adottato un progetto di legge a destinazione del Parlamento

(Ti-Press)
9 dicembre 2022
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L’onere normativo a carico delle imprese va ridotto. Ne è convinto il Consiglio federale, che ha adottato oggi un progetto di legge a destinazione del Parlamento. Nel contempo viene proposta ulteriormente la digitalizzazione dei servizi delle autorità.

"Una normativa efficiente e misurata è fondamentale per garantire l’attrattiva delle condizioni quadro della piazza economica", ha spiegato il consigliere federale Guy Parmelin in conferenza stampa. Per meglio applicare questo principio, l’esecutivo ha elaborato la nuova Legge sullo sgravio delle imprese (LSgrI), che mira in particolare a promuovere la digitalizzazione dei servizi delle autorità a disposizione delle imprese. Queste saranno disponibili sulla piattaforma elettronica centrale "Easygov".

Processi più rapidi e intuitivi

Concretamente, le autorità saranno obbligate a rendere accessibili alle imprese attraverso "Easygov" i servizi legati all’esecuzione del diritto federale, che saranno accessibili tramite un unico account. Tutti i processi diventeranno così più rapidi, efficienti e intuitivi, ha sottolineato Parmelin. Le imprese non saranno però obbligati a utilizzare questa piattaforma.

La legge vuole anche garantire una maggiore trasparenza in termini di costi normativi a carico delle imprese. Questi dovranno essere inclusi nelle basi decisionali del Consiglio federale e del Parlamento. "In questo modo si avrà maggiore trasparenza sui costi che i nuovi progetti (legislativi, ndr.) faranno pesare sulle imprese rafforzando così le basi decisionali del Consiglio federale e del Parlamento", ha spiegato Parmelin.

"Un monitoraggio permetterà di sorvegliare i costi della regolamentazione delle imprese e identificare i settori dove i costi sono elevati", ha detto il ministro dell’economia. "Studi settoriali - ha proseguito - dovranno inoltre permettere di esaminare in modo mirato le possibilità di sgravio delle regolamentazioni esistenti".

Il governo, ha aggiunto, presenterà ogni quattro anni al Parlamento un rapporto. Dopo dieci anni si farà il punto della situazione, ha affermato Parmelin.

Governo scettico sul freno alla regolamentazione

L’esecutivo propone poi "controvoglia" uno strumento innovativo chiamato freno alla regolamentazione, il cui obiettivo è contenere l’onere normativo a carico delle imprese. La proposta è stata fatta per soddisfare una mozione del gruppo Plr approvata dal Parlamento.

Il governo è però critico su questo strumento, che, come Parmelin ha sottolineato, "è stato oggetto di controversie anche in fase di consultazione". Il meccanismo, ha aggiunto il ministro dell’economia, "pone un grosso problema istituzionale: metterebbe gli interessi delle imprese al disopra degli altri attori".

Per questo motivo l’esecutivo ha chiesto alle Camere federali di rinunciare a tale meccanismo. "Il governo è inoltre convinto che la LSgrI permetterà di agire più rapidamente e in modo più efficace", ha sostenuto Parmalin.

Questo strumento, che si rifà al freno all’indebitamento, prevede che in futuro una normativa che implica costi notevoli per le imprese dovrà ottenere una maggioranza qualificata in Parlamento (ossia la maggioranza degli eletti di ogni singola camera, e non la maggioranza dei membri presenti in aula al momento del voto, ndr.). Questo aspetto richiede una modifica costituzionale.

Per applicare il nuovo strumento vengono proposti due valori soglia, ossia più di 10’000 aziende interessate dall’aumento dei costi normativi o un aumento complessivo di più di 100 milioni di franchi di tali spese per tutte le società su un periodo di dieci anni. Questo secondo valore soglia implica che anche gli atti legislativi che riguardano meno di 10’000 imprese, ma che sono comunque associati a costi normativi complessivamente elevati, sono soggetti al freno alla regolamentazione.

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