Svizzera

Edilizia, stavolta è Zurigo a incrociare le braccia

Dopo gli scioperi in Ticino e Svizzera romanda, la protesta sul Contratto nazionale mantello sbarca in riva alla Limmat

Il corteo di Bellinzona a metà ottobre
(Ti-Press)
11 novembre 2022
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Dopo gli scioperi in Ticino e nella Svizzera romanda, oggi a Zurigo anche i lavoratori edili svizzero-tedeschi hanno incrociato le braccia: l’azione fa parte di un’ondata di proteste a livello nazionale nel contesto della rinegoziazione del Contratto nazionale mantello, in scadenza a fine anno. Malgrado le sei tornate di negoziati, i partner sociali non sono ancora riusciti a trovare un accordo. Un fallimento provocherebbe un vuoto contrattuale.

"I cantieri di tutto il cantone sono fermi dalle 6 del mattino", ha indicato stamane il sindacato Unia in una nota. Con l’astensione dal lavoro i muratori vogliono difendersi dalle richieste eccessive dei capomastri e dalla pressione sempre maggiore sui cantieri.

La marcia dimostrativa indetta dai sindacati Unia e Syna si è conclusa a metà giornata davanti alla sede della Società Svizzera degli impresari-costruttori di Zurigo: il corteo, a cui hanno partecipato circa 2’000 persone in provenienza anche da Berna, Svizzera centrale e orientale, era partito alle 11.30.

Nei giorni scorsi ci sono già state proteste di migliaia di lavoratori edili in Romandia, mentre i primi scioperi si sono svolti a Bellinzona il 17 ottobre e nella Svizzera nordoccidentale il primo novembre. In totale, nelle ultime settimane 15’000 lavoratori sono scesi in piazza, stando a Unia.

A differenza dei loro colleghi del resto della Svizzera, i muratori vallesani non hanno partecipato alle proteste. Nel dicembre 2021 un accordo salariale è stato infatti firmato dai partner sociali della costruzione nel cantone. Tuttavia i dipendenti di un’impresa bernese che lavorano sui cantieri del passo del Sempione si sono uniti ai loro colleghi zurighesi.

Dal canto suo, la Società Svizzera degli impresari-costruttori stima che lo sciopero odierno violi l’obbligo di mantenere la pace del lavoro, siccome è stato organizzato quando il settimo turno negoziale deve ancora svolgersi il 14 novembre.

La SSIC auspica una miglior flessibilità dell’orario di lavoro. Un punto questo denunciato dai sindacati che stimano che questo nuovo Contratto nazionale mantello porterebbe a giornate lavorative fino a 12 ore e di conseguenza a settimane da 58 ore.

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