Svizzera

Primo giorno di sciopero per i muratori romandi

In migliaia sono scesi in piazza oggi. Domani grande manifestazione a Losanna. Contestato il nuovo contratto nazionale mantello

Oggi a Ginevra
(Keystone)
7 novembre 2022
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Losanna – Migliaia di muratori romandi hanno sfilato oggi nelle vie di Ginevra, Losanna, Friburgo, La Chaux-de-Fonds (NE) e Delémont nella prima delle due giornate di sciopero. Domani si riuniranno per una grande manifestazione nel capoluogo vodese.

Il coordinatore romando di Unia per il settore dell’edilizia Simon Constantin si aspettava una mobilitazione "massiccia" di "diverse migliaia" di muratori. Così è stato: secondo i sindacati 4’000 lavoratori hanno protestato a Losanna mentre a Ginevra erano 2’000.

"I lavoratori sono arrabbiati e non vogliono cedere", aggiunge il sindacalista, contattato da Keystone-ATS. Constantin critica "la visione ideologica" della Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC), che sta svolgendo negoziati sul nuovo contratto nazionale mantello (CNM) dell’edilizia e del genio civile.

Il nodo è la flessibilità

La SSIC auspica una miglior flessibilità dell’orario di lavoro. Un punto questo denunciato dai sindacati che stimano che questo nuovo CNM porterebbe a giornate lavorative fino a 12 ore e di conseguenza a settimane da 58 ore.

Questi affermano anche che la SSIC cerca di facilitare i licenziamenti dei lavoratori più anziani e la diminuzione dei salari. "L’associazione cerca di smantellare completamente le diverse protezioni dei lavoratori", ha dichiarato Constantin.

Più morti sui cantieri

Oltre ad una flessibilità del lavoro, gli impresari e le loro associazioni si battono per introdurre un salario in base al merito, ha indicato Thierry Horner del sindacato SIT. Un modo secondo lui di dividere i lavoratori. Horner ha inoltre indicato che i decessi sui cantieri si moltiplicano, con un morto ogni due settimane.

Sia a Ginevra sia a Losanna i manifestanti hanno osservato un minuto di silenzio per rendere omaggio ai colleghi che hanno perso la vita sul lavoro.

Domani l’azione di protesta si concentrerà nel capoluogo vodese con un grande raduno dei lavoratori provenienti da diversi cantoni romandi. "Domani faremo tremare i ponti vodesi", ha avvertito José Sebastiao, segretario sindacale di Unia.

Negoziati ad un punto morto

Dal canto suo la SSIC ha scritto in una nota a fine ottobre che "il numero di ore di lavoro all’anno e anche alla settimana non deve essere aumentato rispetto a oggi". L’associazione sottolinea il "grande potenziale" di una pianificazione più flessibile dell’orario di lavoro per rispondere in particolare alle "esigenze delle giovani generazioni".

Questa flessibilità deve anche permettere, secondo essa, di adattare meglio l’orario di lavoro dei dipendenti più anziani e quindi di mantenerli in un settore che soffre della mancanza di manodopera qualificata.

Sei turni negoziali per il rinnovo del contratto nazionale mantello nell’edilizia non sono riusciti a risolvere le divergenze fra le parti. Le discussioni proseguiranno a metà novembre. Prima però la protesta dei muratori romandi, seguita venerdì da quella dei colleghi zurighesi.

Il CNM del settore principale dell’edilizia copre circa 80’000 lavoratori. A metà ottobre, 20’000 muratori di tutta la Svizzera avevano votato per queste azioni di protesta.

Sciopero contestato

La SSIC stima che questo sciopero violi l’obbligo di mantenere la pace del lavoro siccome è stato organizzato quando il settimo turno negoziale deve ancora svolgersi. Una questione questa portata alla Camera delle relazioni collettive di lavoro di Ginevra.

Il giudice ginevrino non è tuttavia entrato in materia. Ma i datori di lavoro non si arrendono. La SSIC esaminerà la possibilità di presentare un reclamo al Tribunale arbitrale nazionale previsto dal CNM dell’edilizia e del genio civile, ha dichiarato il suo portavoce Matthias Engel.

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