Svizzera

Così il maxi parco fotovoltaico trasformerà la Saflischtal

Una ‘Comunità d’interessi’ si è formata nell’Alto Vallese per combattere il ‘progetto’ immaginato da Peter Bodenmann sopra Grengiols

(Infografica laRegione)
30 ottobre 2022
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Non si sa esattamente quanta elettricità produrrà, né a partire da quando; non è chiaro quanto costerà e chi metterà i soldi, né come la corrente verrà immagazzinata e trasportata verso i centri urbani; non c’è nemmeno uno studio di fattibilità (ma i promotori assicurano: arriverà entro fine anno), né tantomeno un esame di impatto ambientale. Parliamo di sole, ma è poco più di una scatola nera al momento ‘Grengiols Solar’, il maxi-parco fotovoltaico che Peter Bodenmann ha immaginato nella Saflischtal, a 2’500 metri di altitudine, sopra il piccolo villaggio altovallesano di Grengiols (500 anime circa). Ad aprirla, con l’artificio del fotomontaggio, è ora la Ig Saflischtal. Sul suo sito online, inaugurato una settimana fa, la neonata ‘Comunità d’interessi’ (già 200 membri, tra i quali il consigliere nazionale ecologista Christophe Clivaz) ha pubblicato "impressionanti e realistiche visualizzazioni" dell’impianto che l’albergatore di Briga, ex presidente del Partito socialista svizzero e rubricista della ‘Weltwoche’ ha abbozzato lo scorso febbraio sul periodico ‘Rote Anneliese’, coniando lo slogan ‘Make Grengiols great again’.

La nascita di un gruppo di oppositori fa notizia. Negli ultimi mesi, sulla scia della guerra in Ucraina, anche in Svizzera la sicurezza dell’approvvigionamento si è imposta come un imperativo nel discorso sul futuro della politica energetica. Poche le voci critiche, e fanno fatica a farsi sentire. A inizio estate, in una votazione consultiva, una larga maggioranza della popolazione di Grengiols ha dato il suo beneplacito al ‘progetto’ Bodenmann. A Berna il Parlamento, in tutta fretta e col sostegno dei Verdi, ha cucito addosso alla sua idea una legge urgente, su misura, che – pur evitando di scardinare le disposizioni sulla protezione del paesaggio e della natura – renderà molto più facile nei prossimi anni costruire maxi-impianti fotovoltaici sulle Alpi (oltre a quello di Grengiols se ne sta progettando uno a Gondo, sempre in Vallese; e un ‘pool’ di aziende elettriche sta cercando altri siti idonei in tutta la Svizzera, Ticino compreso). Obiettivo dell’offensiva solare: evitare (quasi ad ogni costo) una penuria energetica in inverno.

"La nostra montagna non è in vendita!", sta scritto sulla homepage del sito www.ig-saflischtal.ch. La Comunità d’interessi – che si prefigge di "dare voce a quelle persone che sono preoccupate dall’idea di costruire un impianto solare sovradimensionato nella Saflischtal" – giudica la legge federale urgente "anticostituzionale", un parere peraltro espresso a fine settembre in un’intervista al ‘Tages-Anzeiger’ anche da Alain Griffel, professore di diritto all’Università di Zurigo. Gli oppositori chiedono al Parlamento "di proteggere i nostri paesaggi invece di distruggerli", anche perché "in Vallese ci sono abbastanza tetti e facciate esistenti per una grande offensiva solare". La Ig Saflischstal si dice convinta che "un cambiamento di opinione’ si produrrà, quando la popolazione potrà vedere come la valle e i pascoli appariranno con un impianto di tali dimensioni. "Evidenti" risulteranno allora le conseguenze: "rischi geologici, industrializzazione di un alpeggio, pregiudizio a flora e fauna, enormi costi, messa in pericolo del marchio ‘Parco naturale regionale’, impossibilità di un’economia alpestre sostenibile".

"La resistenza cresce di giorno in giorno", si legge in una nota diramata oggi dagli oppositori. Abbastanza per far deragliare un ‘progetto’ che pare un treno in corsa? Lo si capirà nei prossimi mesi.

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