Svizzera

Se chi ti cura sta male

Medici e infermieri sempre più stressati, tanto da arrivare al burn-out. All’origine di questo malessere la pandemia, l’ansia e il senso di inadeguatezza

(Depositphoto)
23 ottobre 2022
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Sempre più medici attivi in Svizzera soffrono di esaurimento, soprattutto donne, ma anche tra gli uomini il fenomeno sarebbe diffuso. E la pandemia non ha fatto altro che inasprire il fenomeno. Lo scrive la NZZ am Sonntag in edicola oggi, secondo cui il numero di burn-out è praticamente raddoppiato rispetto al 2015. Ben 189 medici hanno chiesto aiuto l’anno scorso. All’origine di questo malessere vi sarebbero stress, stati d’ansia e dubbi sulla propria adeguatezza, sottolinea il domenicale zurighese.

Due richieste di aiuto su tre provengono da donne, una proporzione stabile da anni. Circa la forte presenza di professioniste tra coloro che chiedono aiuto, stando a Mirjam Tanner, psichiatra attiva per la rete di sostengono ai medici ReMed, si tratta sovente di "donne coscienziose, competenti e sensibili esaurite dal doppio ruolo che svolgono di medico e di madre".

Il fatto che ci siano meno colleghi uomini "stressati" non significa che si sentano meglio delle colleghe, secondo Tanner. A suo parere, gli uomini avrebbero più inibizioni a farsi avanti.

Lavorare in un ospedale è considerato tra i mestieri più duri. E la pandemia non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Stando a un sondaggio eseguito dalla Federazione dei medici svizzeri FMH, oltre la metà dei medici interrogati ha provato l’anno scorso momenti di stress. Una parte ha la sensazione di non essere più in grado di svolgere tutto ciò che le viene richiesto. Secondo la psichiatra, molti si lamentano per il troppo lavoro.

Il fenomeno non riguarda solo la Svizzera. Ricerche svolte a livello internazionale indicano che i burn-out tra i medici sono il doppio rispetto alle altre categorie professioni. Anche la FMH conferma un crescita degli esaurimenti dovuti sia alla pandemia sia alla cronica mancanza di professionisti. Ospedali e cliniche fanno fatica a occupare i posti rimasti liberi; ciò significa ore supplementari ben oltre il consentito per i medici e i loro assistenti.

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