Svizzera

Verso lo stop all’import/export di strumenti di morte o tortura

Il Consiglio federale vuole sottoporre ad autorizzazione anche la fornitura di assistenza tecnica e la mediazione

(Keystone)
19 ottobre 2022
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Il Consiglio federale vuole che in futuro siano vietati l’importazione, l’esportazione e il transito dei beni che non hanno altro impiego pratico al di fuori dell’esecuzione della pena di morte o della tortura. Oggi ha dunque avviato la procedura di consultazione, che durerà sino al 31 gennaio 2023, in merito a una nuova legge in materia. Con la legge sui cosiddetti strumenti di tortura si attua una raccomandazione del Consiglio d’Europa del marzo 2021, ricorda il governo in un comunicato.

Parte di essa, ovvero quella relativa ai medicamenti che possono essere destinati all’esecuzione di esseri umani, viene già attuata in Svizzera: le disposizioni saranno inserite nella nuova legge e non figureranno più in quella sugli agenti terapeutici. Oltre all’esportazione di tali farmaci, anche la fornitura di assistenza tecnica e la mediazione saranno soggette all’obbligo di autorizzazione. A essere proibita sarà anche l’assistenza tecnica connessa agli strumenti di tortura e la loro promozione ed esposizione in occasione di fiere. Ai sensi della nuova legge, inoltre, l’esportazione dalla Svizzera di merci utilizzabili sia a scopo di tortura sia per altri impieghi pratici dovrà passare per un’autorizzazione.

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