Svizzera

Pìù rossa che verde la mappa delle finanze cantonali

Su 24 preventivi noti, 14 chiuderanno con una perdita. Ma anche per il 2023 la volontà è quella di mantenere il potere d’acquisto

I risultati della Bns avranno un impatto non indifferente
(Ti-Press)
13 ottobre 2022
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Dopo la crisi pandemica, ora preoccupano l’inflazione, la guerra in Ucraina e i problemi del settore energetico. Nel 2023 i bilanci dei Cantoni saranno nuovamente gravati da effetti speciali, ma molti prevedono misure per sostenere il potere di acquisto della popolazione. Più della metà dei Cantoni prevede deficit, in alcuni casi anche molto elevati.

Inoltre, dopo l’annuncio da parte della Banca nazionale svizzera (Bns) di una perdita di 95,2 miliardi per il primo semestre 2022, non vi sono certezze per la Confederazione e i Cantoni sull’ammontare della distribuzione degli utili. "I governi cantonali anticipano, ma non sempre hanno la possibilità di intervenire direttamente su tutti i fattori destabilizzanti che si presentano", afferma la consigliera di Stato ginevrina Nathalie Fontanet, vicepresidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze, contattata da Keystone-Ats. Il problema è la somma di tutti questi impatti. "È difficile redigere un bilancio di fronte a tante crisi", ha ammesso Valérie Dittli, ministra delle Finanze vodese, alla fine di settembre.

Grandi differenze fra Cantoni

La forbice tra i Cantoni è ampia, come dimostrano i 24 preventivi 2023 finora disponibili. Si prevede che 14 Cantoni saranno in rosso. Il Canton Zurigo è quello a cui mancano più soldi, con 568 milioni di franchi. Ginevra prevede un deficit di 420 milioni di franchi, Vaud di 227 milioni.

Come quasi sempre, Zugo si trova in alto alla classifica, con un’eccedenza prevista di oltre 250 milioni di franchi. Basilea Città prevede di incassare 66 milioni di franchi in più di quanto spende. Il surplus di 114 milioni di franchi nel Canton Berna è alquanto traballante vista la possibile mancata distribuzione degli utili della Bns.

Molti Cantoni hanno già rivisto le loro previsioni: all’inizio di settembre, Zurigo prevedeva ancora un deficit di 113 milioni di franchi, alla fine di settembre l’ha corretto a 568 milioni di franchi. Il Cantone concede comunque ai suoi dipendenti un adeguamento all’inflazione del 3,5%, che si traduce in una spesa di circa 75 milioni di franchi.

Per Nathalie Fontanet la probabile mancata distribuzione da parte della Bns non va sottovalutata. "In tempi di crisi, questo inciderà sui bilanci. I deficit già registrati da alcuni Cantoni si aggraveranno e il fragile equilibrio raggiunto da altri sarà in forse".

Garantire il potere d’acquisto delle famiglie

"I funzionari e i politici anticipano o percepiscono la richiesta di porre rimedio a problemi ancora poco presenti in Svizzera", afferma Nils Soguel, direttore dell’Institut des hautes études en administration publique (Idheap). È il caso del potere d’acquisto, la cui erosione in Svizzera non è paragonabile a quella dell’estero.

"Brandire la bandiera del mantenimento del potere d’acquisto è un modo per iscrivere la politica di spesa nella continuità e non cambiare la rotta di bilancio per il 2023", analizza Soguel. Questa retorica, secondo il professore, "permette ai Cantoni di far accettare che la spesa continuerà a crescere, anche in un clima di maggiore incertezza".

A Vaud è previsto un aumento delle detrazioni per l’assicurazione malattia e le spese per l’assistenza all’infanzia. Per contrastare l’inflazione, saranno adeguati gli stipendi dell’amministrazione e del settore parapubblico. A Ginevra, in questo anno preelettorale, il governo propone di destinare maggiori risorse all’ambiente e all’energia, all’istruzione, alla coesione sociale e alla mobilità, ma intende risparmiare non concedendo ai dipendenti della pubblica amministrazione l’adeguamento totale al rincaro.

Il Consiglio di Stato argoviese vuole coprire l’ammanco di quasi 200 milioni di franchi con milioni provenienti dalla riserva di bilancio. Attualmente ci sono 722 milioni di franchi in questa "cassa speciale" per i momenti difficili. La stessa procedura è seguita nel Canton Nidvaldo, che prevede un deficit di 16,7 milioni di franchi. Come molti altri Cantoni, può tappare il buco con riserve ancora ampie. Nidvaldo ha un capitale proprio di 314 milioni di franchi svizzeri.

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