Svizzera

Pellicce animali, ancora troppe mancanze nella dichiarazione

Il 65% circa dei commercianti fornisce informazioni sbagliate su origine o mezzi di produzione di capi di abbigliamento fatti con pelli di animali

(Keystone)
13 ottobre 2022
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Due terzi dei negozi o shop (anche online) forniscono informazioni errate circa l’origine o i mezzi di produzione delle pellicce in vendita o capi d’abbigliamento con parti in pelliccia, quando poi tali informazioni non mancano del tutto.

Lo indica una nota odierna dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (Usav) che ha promesso di rafforzare i controlli e di infliggere più multe. Dall’introduzione dei controlli nel 2014 e nonostante le norme più precise in materia di dichiarazione, l’Usav non ha infatti notato alcun miglioramento significativo nella dichiarazione di pellicce e prodotti di pellicceria.

L’ordinanza sulla dichiarazione delle pellicce prescrive che tutte le pellicce e i prodotti di pellicceria siano dichiarati con indicazioni sulla specie animale, l’origine e il metodo di produzione. Ciò dovrebbe consentire ai consumatori di prendere una decisione d’acquisto informata.

Nella stagione invernale 2021/2022, l’Usav ha eseguito 131 controlli sulla dichiarazione dei prodotti di pellicceria in piccole aziende, shop online e grandi catene di negozi: 87 controlli (66%) hanno dato luogo a contestazioni. Nell’88% dei casi, le aziende interessate hanno risolto le lacune riscontrate entro i tempi stabiliti. In 10 casi è stata emessa una decisione e in un caso è stato avviato un procedimento penale.

Durante i controlli, l’Usav ha ispezionato un totale di 6’632 prodotti di pellicceria, di cui il 73% è stato dichiarato correttamente. I restanti prodotti sono stati oggetto di contestazioni perché la dichiarazione sull’origine o l’ottenimento recava errori (16%) o era del tutto mancante (11%). Il 48% dei prodotti contestati erano colli di pelliccia di giacche. La maggior parte dei prodotti contestati proveniva da cani procioni, seguita da prodotti realizzati con pellicce di volpe polare e coyote.

La revisione dell’ordinanza sulla dichiarazione delle pellicce è entrata in vigore il 1° gennaio 2020. Con essa è stato introdotto l’obbligo di dichiarare in modo inequivocabile i prodotti come "vera pelliccia" e di descrivere più chiaramente il modo di ottenimento (ovvero il metodo di allevamento o di cattura dell’animale).

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