Svizzera

Lieve ma significativo rallentamento dell’inflazione

Si tratta del primo calo dopo venti mesi consecutivi con numeri in crescita o stabili. In settembre il rincaro annuo si è attestato al 3,3%

Prezzi fra su e giù
(Ti-Press)
3 ottobre 2022
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In settembre il rincaro annuo si è attestato al 3,3%, a fronte del 3,5% registrato in agosto, quando era stato toccato un massimo dal 1993. Lieve, quindi, ma significativo rallentamento dell’inflazione in Svizzera. Si tratta del primo calo dopo 20 mesi consecutivi con numeri in crescita o stabili.

Stando ai dati pubblicati oggi dall’Ufficio federale di statistica nel nono mese dell’anno l’indice dei prezzi al consumo si è attestato a 104,6 punti, in flessione dello 0,2% rispetto ad agosto. I dati diffusi oggi sono leggermente inferiori alle attese degli analisti interrogati dall’agenzia Awp, che scommettevano su valori annui che andavano dal 3,4 al 3,8%.

Vista in un’ottica internazionale l’inflazione elvetica può inoltre essere considerata ancora relativamente limitata: per fare un paragone nell’Eurozona ha toccato il 10% in settembre, un livello mai registrato dalla nascita dell’Unione economica e monetaria. Lo stesso identico dato è stato registrato in Germania, che segna un record dal 1950, mentre in Italia il tasso è all’8,9%.

Tornando nella Confederazione, la diminuzione dell’indice in settembre rispetto al mese precedente è il risultato di diversi fattori, tra cui la riduzione dei prezzi di carburante e dell’olio da riscaldamento, nonché dei costi di alberghi e strutture del ramo paralberghiero. Sono invece aumentati i prezzi di abbigliamento e scarpe.

Nel dettaglio, rispetto ad agosto i prezzi dei prodotti indigeni sono scesi dello 0,1%, e quelli dei prodotti importati dello 0,5%. Su base annua i primi segnano +1,8%, i secondi +7,8%. Lo zoccolo dell’inflazione – che nella definizione dell’UST è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti – ha mostrato variazione nulla (mese) e +2% (anno).

Si calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato, misurato con la metodologia in uso nell’Unione europea, con l’obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva settembre presenta un rincaro di -0,2% (mese) e di +3,2% (anno).

Come noto l’efficacia dell’indice dei prezzi al consumo nell’illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell’assicurazione malattia di base, un punto di spesa che è spesso in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche.

Un’indagine pubblicata a fine agosto da Comparis e dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo aveva inoltre messo in luce che il Ticino è la regione che soffre di più dell’aumento dell’inflazione.

Il rincaro ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell’ambito dei divorzi.

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