Svizzera

Le Ffs viaggiano sì, ma in perdita

Il deficit registrato nel primo semestre è pari a 142 milioni di franchi. Elevato il numero di passeggeri, ma sempre inferiore al pre-pandemia

(Ti-Press)
15 settembre 2022
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Le Ffs hanno registrato una perdita di 142 milioni di franchi nel primo semestre 2022. Il numero di passeggeri è sempre inferiore di circa il 10% rispetto al periodo precedente alla pandemia. L’azienda si dice inoltre preoccupata per i costi elevati dell’energia. Il risultato semestrale è migliore di quello registrato nel 2021 (-389 milioni di franchi), ma resta pur sempre negativo, indicano in una nota odierna le Ferrovie federali svizzere.

Nonostante una generale ripresa della domanda dopo un primo trimestre piuttosto debole, l’ex regia federale patisce sempre gli effetti della crisi del coronavirus: dal mese di maggio la domanda si è infatti stabilizzata a un livello inferiore di 10 punti percentuali in confronto a prima dell’epidemia di Covid-19. Nel primo semestre 2022, complessivamente 1,1 milioni di passeggeri hanno viaggiato ogni giorno nel traffico regionale e a lunga percorrenza, ovvero il 43,9% in più rispetto al 2021, ma il 15,1% in meno rispetto a prima della pandemia.

Puntualità ed emissione biglietti da migliorare

Data l’importanza ambientale, sempre più viaggiatori privilegiano il treno per talune destinazioni, in particolare nel traffico (notturno) internazionale. Per quest’anno, la domanda è persino superiore a quelle del 2019. A questo livello la puntualità e il sistema di emissione dei biglietti devono essere migliorati, sottolineano le Ffs. Se il traffico pendolare è in calo, quello per il tempo libero aumenta. L’azienda intende sviluppare l’offerta in questo settore, per esempio tramite "VosAlpes Express" in inverno o collegamenti supplementari nei fine settimana estivi tra Zurigo e il Ticino.

Alla fine di giugno 2022, gli abbonamenti a metà prezzo hanno raggiunto una cifra record, con 2,9 milioni in circolazione, ossia il 7,6% in più rispetto al giugno 2021 (+9,6% rispetto al 2019). È invece più contrastata la situazione degli abbonamenti generali: a fine giugno ne erano in circolazione 413’000, il 4,4% in più rispetto al 2021, ma il 16,3% in meno rispetto al 2019.

Le Ffs acquistano energia

La situazione rimane tesa per le Ffs a causa degli elevati prezzi energetici. L’azienda utilizza per il 90% energia idroelettrica, che proviene per la maggior parte dalle sue centrali. Ma, attualmente, queste producono meno energia a causa della siccità e del basso livello dei bacini artificiali. Al fine di poter produrre in proprio l’elettricità in caso di penuria, le Ffs mantengono attualmente i loro bacini il più possibile pieni, si legge nella nota. Ciò le obbliga a procurarsi energia di sostituzione sul mercato a costi in forte crescita.

Tale situazione ha già avuto ripercussioni negative sul risultato semestrale del settore Infrastruttura Energia, con -24,2 milioni di franchi (2021: +17,5 mio). La situazione si è aggravata durante l’estate e peserà notevolmente sul risultato annuo 2022.

Le Ffs hanno elaborato vari scenari per far fronte al rischio di penuria di elettricità e gas. Hanno ridotto il riscaldamento e l’illuminazione dei loro edifici, tolto l’acqua calda dagli uffici e cominciato a privilegiare il gasolio al gas per il riscaldamento dei loro impianti. Durante le festività natalizie l’azienda rinuncia inoltre all’illuminazione delle facciate e delle insegne Ffs.

Trasporto su rotaia non redditizio

Sia Ffs Cargo Svizzera (-34 milioni di franchi ovvero -2,8%) che Sbb Cargo International (-3,8 mio, -4,6%) sono in perdita nel primo semestre 2022. Il trasporto su rotaia continua quindi a non essere redditizio. Per quanto riguarda Sbb Cargo International, hanno concorso al risultato negativo anche vari lavori di costruzione e disagi al traffico in Germania, oltre a maggiori costi energetici. Ancora una volta i ricavi locativi di terzi di Ffs Immobili hanno contribuito a stabilizzare la situazione. Nel primo semestre 2022, hanno superato le cifre dell’esercizio precedente del 10,4% (319 milioni di franchi, 2021: 289 mio).

L’indebitamento rimane una vera e propria sfida per l’azienda: alla fine del primo semestre era pari a 11,3 miliardi, il 30,6% in più rispetto al 2019, mentre il grado di copertura dei debiti era pari a 10,2. Dal canto suo, il tasso richiesto dalla Confederazione entro il 2030 è di 6,5.

A livello operativo il primo semestre 2022 è stato perlopiù stabile. Quest’anno 263 persone hanno iniziato la formazione da macchinista: un numero senza precedenti che ha consentito di calmare la situazione tesa in seno al personale di locomotiva. La circolazione dei treni è generalmente affidabile, mentre la disponibilità non è stata soddisfacente, in particolare in Ticino e nella Svizzera romanda, precisano ancora le Ffs.

Reazione del SEV

La reazione del Sindacato del personale dei trasporti (SEV) non si è fatta attendere. In una nota odierna, il SEV ha sottolineato come "il traffico ferroviario sia in ripresa. Questo dimostra che la ferrovia è ancora popolare, soprattutto nel traffico a lunga percorrenza, dove ha superato il livello pre-pandemico".

Secondo il SEV, "le Ffs devono ora migliorare la retribuzione del personale e offrire orari di lavoro che consentano un migliore equilibrio tra vita privata e vita professionale". "Anche se la situazione finanziaria dell’azienda è tesa, quest’ultima deve prendersi cura di coloro che lavorano ogni giorno per garantire la qualità dell’esercizio ferroviario", conclude il comunicato.

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