Svizzera

L’80% della corrente usata in Svizzera è da fonti rinnovabili

La corrente prodotta dalle centrali idroelettriche si ritaglia la parte del leone con una quota del 68%

(Keystone)
5 settembre 2022
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La quota di energie rinnovabili consumate in Svizzera (mix distribuito dai fornitori sulla base dell’etichettatura dell’elettricità) continua a progredire, anche se lentamente, anno dopo anno. A fine 2021, secondo dati diffusi oggi dall’Ufficio federale dell’energia (UFE), ha raggiunto l’80% del consumo finale (2020: 76%). La corrente prodotta dalle centrali idroelettriche si ritaglia la parte del leone con una quota del 68% (2020: 66%).

Seguono a ruota le "nuove" energie rinnovabili, ossia il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico su piccola scala e la biomassa, responsabili dell’11,5% del consumo, precisa l’UFE.

Nel 2020, questa quota era del 10,3%. Circa il 79% di questa elettricità è stata prodotta in Svizzera. I tre quinti circa sono stati generati in Svizzera approfittando del sistema di remunerazione per l’immissione di energia elettrica basato sui costi.

Dell’elettricità fornita nel 2021, il 18,5% è di origine nucleare (19,9% nel 2020). Come per il 2020, l’energia frutto del bombardamento degli atomi di uranio arricchito proviene quasi esclusivamente dalla Svizzera. Una piccola percentuale dell’elettricità fornita nel 2021 è di origine fossile (1,87% rispetto all’1,8% del 2020).

Dal 2018 per l’etichettatura dell’elettricità vige l’obbligo di dichiarare integralmente la provenienza. Ciò significa che, dall’anno di fornitura 2021, non è più consentita la cosiddetta "elettricità grigia", ovvero l’energia elettrica di origine sconosciuta.

Poiché nella maggior parte degli Stati limitrofi non è previsto il rilascio di garanzie di origine per la corrente prodotta dalle centrali elettriche convenzionali, la Svizzera ha introdotto la cosiddetta garanzia sostitutiva. L’energia elettrica prodotta all’estero a partire dal carbone viene dichiarata come tale e non deve più essere indicata come "elettricità grigia". La percentuale di elettricità prodotta dal carbone, importata mediante tali garanzie sostitutive, è costantemente inferiore all’1%.

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