Svizzera

Eroina a fini terapeutici anche in farmacie e case per anziani

È quanto prevede la revisione della specifica ordinanza, in consultazione fino al 30 settembre, approvata oggi dal Consiglio federale

Previsti criteri più elastici nella distribuzione
(Keystone)
10 giugno 2022
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Molto criticata all’inizio, e poi presa quasi a modello, la distribuzione di eroina a scopi terapeutici in Svizzera dovrebbe venir resa più elastica, facendo in modo che anche farmacie, carceri e case per anziani possano elargire le dosi giornaliere necessarie. È il succo della revisione dell’ordinanza approvata oggi dal Consiglio federale e inviata in consultazione alle cerchie interessate fino al 30 di settembre.

Come ricorda un comunicato governativo odierno, è dal 1994 che in Svizzera si effettuano cure basate sulla prescrizione di eroina (HeGeBe), un approccio che finora ha goduto del favore di pazienti e popolazione.

Pazienti sempre più anziani

Questo programma, stando all’esecutivo, dovrà però affrontare in futuro svariate sfide dal momento che molti pazienti stanno invecchiando, soffrono spesso di più malattie e sono meno mobili. Inoltre, le loro abitudini di consumo sono cambiate col passare del tempo. Il fatto poi di vivere in un luogo isolato o dover scontare una pena detentiva può complicare le visite giornaliere a un centro HeGeBe.

Distribuzione anche in centri esterni

Ecco perché, per far fronte a questi cambiamenti, bisognerebbe allentare le regole di distribuzione e adeguare meglio il programma alle esigenze dei pazienti. In concreto, in futuro i centri HeGeBe dovrebbero poter delegare la distribuzione di eroina (diacetilmorfina) a istituti esterni, come per esempio case per anziani, ospedali, carceri o farmacie. I pazienti potranno qui ritirare i medicamenti, risparmiandosi quindi un pezzo di tragitto.

La prescrizione di eroina resterà tuttavia responsabilità dei centri HeGeBe e dei medici competenti. In determinati casi, dovrà essere possibile cedere più dosi giornaliere. Questa misura dovrà facilitare l’accompagnamento terapeutico dei pazienti e la loro reintegrazione.

La maggiore flessibilità richiesta non rappresenta una novità assoluta: già durante la pandemia di coronavirus si sono applicati temporaneamente criteri più elastici per la distribuzione delle dosi giornaliere. Per il governo si è trattato di un’esperienza positiva nella pratica che lo ha spinto a modificare l’ordinanza.

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