Svizzera

L’inflazione in maggio mai stata così alta dal 2008: 2,9%

Fra i fattori della crescita, l’aumento dei prezzi degli affitti delle abitazioni, dell’olio da riscaldamento e di molti prodotti alimentari

(Ti-Press)
2 giugno 2022
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L’inflazione continua ad aumentare anche in Svizzera, seppur in modo per il momento ancora meno marcato che in altri Paesi: supera le aspettative degli esperti e raggiunge valori che non si vedevano da oltre un decennio. Stando ai dati pubblicati oggi dall’Ufficio federale di statistica (Ust), in maggio l’indice dei prezzi al consumo si è attestato a 104,0 punti, in progressione dello 0,7% rispetto ad aprile e con un incremento annuo del 2,9%, a fronte del +2,5% che era stato registrato nel mese precedente.

Il rincaro sta quindi puntando verso l’alto, confermando una tendenza che dura da aprile 2021: in quel mese era stata messa fine a una sequenza di quattordici mesi in calo, con il loro apice negativo in maggio e giugno 2020 (-1,3%). Il valore di maggio è anche il più elevato da più di tredici anni, cioè da quello (pure +2,9%) registrato nel settembre 2008. A titolo di confronto storico alcuni mesi del 1991 superarono il 6% e nel 1973 si videro valori superiori all’11%; per non parlare dell’agosto 1941, quando venne toccato il 17,7%.

I dati diffusi oggi sono superiori alle attese degli analisti, che scommettevano su un’inflazione annua compresa fra il 2,5% e il 2,7%.

Vista in un’ottica internazionale l’inflazione elvetica può inoltre essere considerata ancora relativamente limitata: a titolo d’esempio in Germania – secondo principale partner commerciale, dopo gli Usa – in maggio è salita al 7,9%. Per l’intera Eurozona l’ultimo dato è 8,1%, ai massimi dalla creazione della moneta unica. Negli Stati Uniti l’indice delle spese di consumo personali (personal consumption expenditures, Pce, il parametro valutato dalla Federal Reserve) ha invece rallentato in aprile al 6,3%, dopo il 6,6% di marzo.

Tornando nella Confederazione, secondo l’Ust la crescita di maggio rispetto ad aprile è riconducibile a vari fattori, tra cui l’aumento dei prezzi degli affitti delle abitazioni, dell’olio da riscaldamento e di molti prodotti alimentari. Sono invece diventati meno cari i prezzi nel settore paralberghiero.

Nel dettaglio, rispetto ad aprile i prezzi dei prodotti indigeni sono saliti dello 0,5%, quelli dei prodotti importati dell’1,1%. Su base annua i primi segnano +1,5%, i secondi +7,4%. Lo zoccolo dell’inflazione – che nella definizione dell’Ust è il rincaro totale senza quello concernente prodotti freschi e stagionali, energia e carburanti – ha mostrato variazioni pari a +0,5% (mese) e +1,7% (anno).

L’Ust calcola anche un indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca), misurato con la metodologia in uso nell’Unione europea, con l’obiettivo di raffrontare i dati elvetici con quelli delle nazioni comunitarie. Visto da questa prospettiva maggio presenta un rincaro di +0,6% (mese) e di +2,7% (anno).

L’inflazione in Svizzera – come in vari altri Paesi – è stata per anni bassa o addirittura negativa: prendendo la sequenza 2014-2021, i tassi sono stati 0,0%, -1,1%, -0,4%, +0,5%, +0,9%, +0,4%, -0,7% e +0,6%. A partire dal 2021 è cominciata una fase di crescita.

Come noto l’efficacia dell’indice dei prezzi al consumo nell’illustrare il costo della vita percepito dai consumatori è peraltro spesso al centro di grandi discussioni. Questo è particolarmente vero in Svizzera perché, per motivi metodologici, il tasso calcolato dai funzionari di Neuchâtel non comprende i premi dell’assicurazione malattia di base, un punto di spesa che è spesso in forte progressione nei bilanci delle famiglie elvetiche. Il rincaro stabilito dall’Ust ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell’ambito dei divorzi.

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