Svizzera

Oltre 100 schede sui Verdi svizzeri nella banca dati del Sic

Il Servizio delle attività informative continua a raccogliere informazioni su partiti e politici. Lo rivelano due inchieste giornalistiche.

Il presidente dei Verdi Balthasar Glättli
(Keystone)
1 giugno 2022
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Berna – Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) continua a raccogliere informazioni su partiti, politici e organizzazioni della società civile. È quanto emerge da inchieste giornalistiche di "SRF Investigativ" e del magazine online "Republik".

Nel giugno 2021, il partito dei Verdi e l’Ong Public Eye hanno chiesto, tra gli altri, l’accesso ai file del SIC e all’inizio di maggio di quest’anno hanno ricevuto la risposta.

Risultato: nella banca dati dell’intelligence svizzera sono state trovate 112 schede relative al partito dei Verdi svizzeri e 35 sul suo presidente Balthasar Glättli, come ha confermato quest’ultimo all’agenzia Keystone-ATS. Secondo la tv svizzero tedesca SRF, ci sono anche voci su Public Eye e sulla Federazione svizzera delle associazioni giovanili FSAG.

‘Violazioni della legge’

Per il presidente dei Verdi e consigliere nazionale Glättli, ognuna di queste schede è una violazione della legge: "Non è possibile che ci si trovi in un database che dovrebbe servire alla lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata, solo perché si è stati citati in un giornale". Dopo ogni indagine – aggiunge Glättli – il SIC ha assicurato che avrebbe fatto ordine, ma poi ha continuato a raccogliere materiale e ha violato le scadenze per la cancellazione.

In una nota, Plublic Eye sottolinea come diverse voci che la riguardano facciano riferimento all’"estremismo di sinistra". Senza alcuna giustificazione – scrive l’Ong –, il SIC sostiene che gli ambienti violenti potrebbero essere stati ispirati da attività critiche nei confronti del WEF, come l’assegnazione dei "Public Eye Awards" a Davos, il "riconoscimento negativo" per i casi più gravi di violazione dei diritti umani, del lavoro e dell’ambiente.

Una perizia legale commissionato dalla stessa Ong è giunta alla conclusione che i servizi segreti avrebbero violato sistematicamente i limiti legali e i diritti democratici fondamentali.

SIC: ‘I partiti non sono una minaccia’

Il SIC nega da parte sua qualsiasi attività illegale: i partiti politici – ha fatto sapere su richiesta – "non sono chiaramente un obiettivo delle attività di raccolta di informazioni" e "senza eccezione non sono stati valutati come una minaccia alla sicurezza interna o esterna". Tuttavia, è possibile che determinate persone o organizzazioni siano state citate nei documenti archiviati se sono state menzionate in un articolo di stampa relativo a un argomento importante per il SIC.

Se in passato queste organizzazioni comparivano soprattutto nelle rassegne stampa del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), archiviate dal SIC, oggi vengono archiviati solo singoli articoli relativi al mandato del SIC, precisa il servizio di intelligence.

‘Grandi sforzi’ per fare pulizia

La SRF ha pubblicato, tra l’altro, un documento del SIC con un riferimento a un’assemblea dei delegati dei Verdi Svizzeri. Per il SIC, queste agende sono informazioni sulla politica di sicurezza che aiutano le autorità cantonali a valutare la situazione. Eventi come un’assemblea dei delegati sarebbero rilevanti per il SIC nella misura in cui esiste la possibilità che potrebbero essere disturbate in modo violento dagli oppositori del partito. Questi dati vengono cancellati dopo uno o due anni.

Negli ultimi due anni il SIC ha compiuto "grandi sforzi per ripulire i propri dati". Dal 2020, ha cancellato circa 4,5 milioni di file. Le richieste di informazioni da parte dei Verdi e delle Ong sarebbero peraltro arrivate in un momento "in cui il lavoro di cancellazione non era ancora stato completato". Molti di questi riscontri sono stati nel frattempo cancellati, sottolinea ancora il servizio d’intelligence.

Critiche frequenti

Il SIC è già stato rimproverato più volte in passato per le sue pratiche di raccolta di informazioni, sia dall’Autorità di vigilanza indipendente sulle attività informative (AVI-AIn) che dalla Delegazione delle commissioni della gestione (DelCDG), il più alto organo di sorveglianza parlamentare.

Nei rispettivi rapporti del 2020, entrambi gli organi di controllo sono giunti alla conclusione che il SIC continuava a raccogliere più informazioni di quelle consentite dalla legge.

Già nel 2019 si è appreso che politici di sinistra comparivano nei database del SIC anche decine di volte. Il capo del SIC di allora, Jean-Philippe Gaudin, aveva sottolineato che il SIC non sorveglia nessun partito o politico. Ma la DelCDG è giunta a una conclusione diversa: il SIC ha violato la legge raccogliendo migliaia di articoli di giornale, dispacci di agenzia e testi da siti web che non erano necessari, scriveva la DelCDG.

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