Svizzera

La Svizzera si prepara alla possibile carenza di petrolio

La Confederazione non acquista direttamente greggio dalla Russia, ma in caso di un embargo europeo risentirebbe del deficit

(archivio Keystone)
31 maggio 2022
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La Svizzera risentirà inevitabilmente della carenza di greggio russo nel caso di un embargo europeo. Le scorte obbligatorie di prodotti petroliferi dovrebbero tuttavia colmare i colli di bottiglia. Secondo un esperto le forniture non sono a rischio.

La Svizzera non acquista petrolio greggio direttamente dalla Russia. Tuttavia, quasi tre quarti delle vendite interne di gasolio e benzina dipendono da importazioni dall’Ue, scrive oggi l’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (Ufae) su richiesta dell’agenzia di stampa Keystone-Ats.

Secondo il sito web del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae), i combustibili petroliferi e i carburanti per autotrazione rappresentano circa il 50% dell’energia consumata in Svizzera.

Scorte per quattro mesi e mezzo

Il Consiglio federale ha preso la decisione di principio di adottare le sanzioni dell’Ue contro la Russia dopo averle esaminate. Non appena il Consiglio dell’Unione europea avrà adottato il sesto pacchetto di sanzioni e i relativi testi giuridici saranno disponibili, il Consiglio federale se ne occuperà, ha fatto sapere la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) rispondendo a una precisa domanda.

Secondo l’Ufae, è al momento difficile valutare quali sarebbero le conseguenze a lungo termine per l’approvvigionamento della Svizzera. Tutto dipenderà da fattori come la tempistica dell’embargo, le capacità di trasporto e l’eventuale aumento della produzione di greggio in altri Paesi.

Il mercato dovrebbe in ogni caso riorganizzarsi e fornire dei sostituti, scrive l’Ufae. I preparativi per un simile scenario sono in corso da tempo. In caso di grave carenza, la domanda di carburante per auto e di gasolio per riscaldamento sarebbe coperta dalle scorte obbligatorie per 4,5 mesi.

Diversi esportatori di petrolio

Secondo Fabian Bilger, vice direttore dell’associazione degli importatori di carburanti "Avenergy Suisse", l’approvvigionamento di prodotti petroliferi in Svizzera non è a rischio. L’adozione dell’embargo da parte della Svizzera non avrebbe un impatto immediato sulla raffineria di Cressier (Ne) o sulla situazione generale dell’approvvigionamento.

"Il petrolio può essere trasportato in vari modi, via nave, treno o oleodotto, e ci sono produttori in tutto il mondo", dice Bilger a Keystone-Ats. I singoli raffinatori dovranno affrontare sfide logistiche in caso di embargo, ma il mercato complessivo si saprà adattare.

Prezzi in salita

L’embargo petrolifero dovrebbe colpire più di due terzi delle forniture di petrolio russo all’Ue, ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel durante un vertice a Bruxelles ieri sera. Secondo i diplomatici, su insistenza dell’Ungheria, per il momento saranno interrotte solo le forniture di petrolio via mare.

I prezzi del petrolio sono saliti oggi al livello più alto degli ultimi due mesi. Secondo gli agenti di borsa, il rialzo è dovuto alla dichiarazione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, secondo cui le importazioni di petrolio verso l’Ue dalla Russia saranno ridotte di circa il 90% entro la fine dell’anno. Questo perché la Germania e la Polonia hanno già chiarito di non voler beneficiare dell’esenzione per gli oleodotti.

Secondo l’Ufae, la Germania è il principale fornitore della Svizzera, con circa il 44% delle fonti energetiche a base di petrolio importate in Svizzera. La quota maggiore proviene tuttavia dalle raffinerie della Germania occidentale, che lavorano poco o nulla il greggio russo, ha dichiarato Bilger di Avenergy.

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