Svizzera

Politica europea, ‘il Consiglio federale ci consulti’

La Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati esige un coinvolgimento formale nelle decisioni governative riguardanti l’Ue

Svizzera e Ue si studiano ancora dopo la rottura dei negoziati sull’accordo quadro (nella foto, il presidente della Confederazione Ignazio Cassis)
(Keystone)
17 maggio 2022
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Berna – Essere coinvolta nelle decisioni del Consiglio federale sull’Unione europea. È quanto chiede la Commissione della politica estera degli Stati (Cpe-S), dopo aver sentito tra gli altri il presidente della Confederazione Ignazio Cassis e l’ambasciatore Petros Mavromichalis, capo della Delegazione dell’Ue per la Svizzera.

Alla discussione con Cassis sullo stato dei colloqui esplorativi con la Commissione europea era presente pure la segretaria di Stato del Dipartimento degli affari esteri (Dfae) Livia Leu, indicano in una nota odierna i servizi del Parlamento.

Delusione

Il capo del Dfae ha ribadito che finora sono stati condotti due colloqui esplorativi in merito alle proposte del Consiglio federale per un nuovo pacchetto negoziale. I membri della Cpe-S erano interessati in particolare al tipo di classificazione attribuito alla lettera inviata dal rappresentante della Commissione Ue alla segretaria di Stato Leu e divenuta di dominio pubblico la scorsa settimana.

La commissione si è detta delusa dello stato della procedura e ha pertanto deciso all’unanimità di esigere che, dopo i colloqui esplorativi, il Governo la consulti formalmente come previsto dall’art. 152 della legge sul Parlamento, precisa il comunicato.

All’ambasciatore Mavromichalis, la commissione ha invece chiesto informazioni circa la posizione dell’Ue nei vari accordi di accesso al mercato. Ha inoltre approfondito le condizioni per l’avvio di colloqui intesi ad associare la Svizzera al programma quadro di ricerca Orizzonte Europa.

Recenti sviluppi in Ucraina

Con il presidente della Confederazione la Cpe-S ha pure discusso dei recenti sviluppi in Ucraina. In tale contesto ha potuto chiarire la situazione geopolitica e strategica, come pure delineare i futuri scenari per la difesa del continente europeo e della Svizzera, precisano i servizi parlamentari.

In primo luogo, sono stati approfonditi gli elementi della nuova architettura di sicurezza europea, il futuro del partenariato per la pace nonché la protezione degli impianti nucleari. Ha inoltre tematizzato l’eventuale adesione della Svezia e della Finlandia alla Nato e le conseguenze di un simile passo per la loro neutralità. Ha altresì trattato temi umanitari, ad esempio la visita ai prigionieri russi e ucraini da parte del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr).

Sanzioni

La Cpe-S ha inoltre discusso con il consigliere federale Guy Parmelin, capo del Dipartimento federale dell’economia (Dfe), della politica svizzera in materia di sanzioni contro la Russia e della compatibilità con il diritto vigente e la politica della neutralità. La commissione è stata infine informata sulla strategia europea in materia di sanzioni, sulla sua attuazione in Svizzera e sulle differenze attuative nei singoli Paesi, conclude la nota.

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