Svizzera

Telelavoro e mobilità, in arrivo uno studio

A sollecitarlo, su invito della ‘verde’ Isabelle Pasquier-Eichenberger, è il Consiglio nazionale. Servirà (anche) a sgravare il traffico

Lavoro (e studio) a domicilio, cosa va migliorato?
(Ti-Press)
11 maggio 2022
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Il ricorso al telelavoro potrebbe sgravare in modo importante le infrastrutture del traffico. È quanto pensa il Consiglio nazionale che ha approvato – con 94 voti contro 93 e 3 astenuti e il voto decisivo della presidente della Camera Irène Kälin (Verdi/Ag) – un postulato di Isabelle Pasquier-Eichenberger (Verdi/Ge) che chiede di studiare le misure necessarie per migliorare le condizioni che consentano di lavorare e studiare a domicilio.

L’aumento della mobilità genera criticità in termini di capacità, costi ed effetti esterni, afferma la ginevrina nel testo del suo atto parlamentare. Secondo cui, tra le varie misure studiate per ridurre gli spostamenti, in particolare nelle ore di punta, e consentire un miglior utilizzo delle infrastrutture, rientrano il mobility pricing e, appunto, lo sviluppo del telelavoro.

Per questo motivo, secondo la deputata ecologista, "è necessario esaminare l’impatto delle nuove forme di lavoro sulle infrastrutture in modo da implementare i cambiamenti benefici per la collettività". Pasquier-Eichenberger ha anche citato le misure di confinamento adottate durante la pandemia di coronavirus, che hanno avuto un impatto molto importante sulla mobilità.

Il Governo sostiene le forme di lavoro flessibili per ragioni ecologiche, sociopolitiche ed economiche, ha affermato da parte sua il consigliere federale Guy Parmelin. Tuttavia, "dato che queste forme di lavoro sono più o meno adatte a seconda delle attività e delle professioni, la decisione sul loro impiego spetta in linea di massima ai datori di lavoro e ai lavoratori".

Parmelin ha anche ricordato che la Segreteria di Stato dell’economia ha già pubblicato un opuscolo sugli accorgimenti fondamentali relativi al telelavoro. Entro fine anno, inoltre, l’esecutivo pubblicherà un rapporto di monitoraggio sugli sviluppi rilevanti nell’ambito della digitalizzazione del mercato del lavoro, nel quale esaminerà anche gli sviluppi del telelavoro. Per questo motivo il postulato è superfluo, ha aggiunto, invano, il consigliere federale.

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