Svizzera

‘Servono riforme per rallentare la corsa dei costi della salute’

La ricetta di curafutura prevede anche un intervento sulla spesa per i farmaci: ‘Incentivare la prescrizione di quelli generici o biosimilari’

È la seconda voce di spesa al capitolo sanità
(Ti-Press)

La fattura dei costi della salute sale ogni anno. Nel 2021 sono cresciuti del 5,1% (statistica Mokke, ndr) e anche quest’anno, dopo la tregua del 2020, non sfuggirà alla regola degli aumenti che in media sono stati del 2,5% negli ultimi dieci anni. C’è chi parla di premi al rialzo per il 2023 tra il 5 e oltre il 10% per molti (comparis.ch). Cifre che fanno riflettere e che richiedono riforme urgenti, se non per invertire la tendenza al rialzo, almeno per moderare l’aumento della spesa per la salute e di conseguenza i premi LaMal. Premi che per legge devono coprire i costi.

Di possibili riforme si è parlato ieri durante un incontro stampa promosso da curafutura, una delle due organizzazioni nazionali che rappresentano gli interessi degli assicuratori malattia.

Degli oltre 4mila franchi di spesa pro capite a livello svizzero, oltre il 42% è dovuto alle prestazioni mediche ambulatoriali, comprese quelle somministrate in ambito ospedaliero. La stessa dinamica, per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali, la si registra in Ticino, che a differenza del resto della Svizzera l’anno scorso ha fatto registrare un aumento dei costi – sempre stando alla statistica Mokke – del 9% con un costo pro capite sanitario di poco più di 5mila franchi. La voce di spesa con l’aumento maggiore – ha spiegato Céline Antonini, responsabile di curafutura per la Svizzera italiana – è quella per le prestazioni di fisioterapia che pur rappresentando una quota piccola della spesa sanitaria pro capite (il 4,6% in Ticino e il 3,6% a livello nazionale), nel solo 2021 è aumentata del 26,3% in Ticino e del 17,7% nel resto della Svizzera.

In una situazione in cui i costi della salute in generale tendono ad aumentare, le proposte per frenare i costi si moltiplicano. Tra queste l’iniziativa popolare dell’Alleanza di Centro denominata per ‘Premi più bassi - Freno ai costi nel settore sanitario’. Proposta che il Consiglio federale giudica troppo rigida e a cui contrappone un controprogetto (il messaggio è del novembre del 2021). L’idea è di fissare annualmente un obiettivo per la crescita massima dei costi complessivi a livello nazionale. Il Consiglio nazionale ne discuterà a giugno.

Curafutura, come ha spiegato Céline Antonini, è contraria sia all’iniziativa, sia al controprogetto. «Così come è formulato, il controprogetto sarebbe troppo dispendioso dal punto di vista amministrativo. Inoltre, c’è il rischio di un razionamento delle cure e di agire non solo sulle spese non necessarie, ma su tutte». Per curafutura prioritario è concludere riforme in cantiere da tempo e a uno stadio di elaborazione più avanzata, come l’uniformizzazione del finanziamento, tra casse malati ed ente pubblico, delle cure stazionarie e di quelle ambulatoriali (il cosiddetto Efas); il Tardoc, il nuovo tariffario che dovrebbe sostituire il Tarmed; oppure intervenendo sul margine di guadagno sui medicamenti.

E proprio i farmaci sono la seconda voce di spesa più elevata tra i costi della salute in ambito LAMal: il 22%, e in crescita costante da anni. Al primo posto troviamo le cure ambulatoriali (22,3%), mentre al terzo quelle stazionarie (il 20,1%). Nell’assicurazione di base la spesa annua per i farmaci nel 2021 era di 7,8 miliardi di franchi. Nel 2014, a titolo di paragone, aveva raggiunto i 5,3 miliardi di franchi. Il peso maggiore in questo ambito è dato dai farmaci oncologici, con progressioni di oltre il 15% nel solo ultimo anno (2,5 miliardi di franchi).

La ricetta di curafutura per moderare questa spesa? Sono tre i suggerimenti: considerare la frequenza di prescrizione di un singolo farmaco. «Se un farmaco è venduto frequentemente, allora il prezzo dovrebbe di conseguenza diminuire», spiega Antonini. Uno studio del 2020 ha concluso che con una tale misura si potrebbero risparmiare almeno 240 milioni l’anno. E questo solo per i 20 farmaci che rappresentano la spesa maggiore nell’assicurazione di base. Altri centinaia di milioni di franchi l’anno potrebbero essere risparmiati fissando dei margini di retribuzione per i farmacisti neutrali rispetto al prezzo dei farmaci. «In questo modo si incentiverebbe la prescrizione di medicamenti meno cari, ma ugualmente efficaci (generici o biosimilari) permettendo lo stesso guadagno ai farmacisti», continua Céline Antonini. Infine, si potrebbe estendere il diritto di ricorso contro i prezzi stabiliti dall’Ufficio federale della sanità pubblica anche agli assicuratori e non solo all’industria farmaceutica. «Il sistema in vigore porta ad avere ricorsi solo se il prezzo è troppo basso, non se è troppo alto», conclude Antonini.

«Queste sono solo alcune delle misure che proponiamo per cercare di rendere sostenibile, dal punto di vista finanziario, ma anche dell’accesso alle cure, il sistema sanitario svizzero», commenta da parte sua Pius Zängerle. «Il nostro obiettivo è quello di avere un volume di premi che rimanga il più possibile stabile e che nel contempo permetta lo sviluppo di una medicina di qualità», conclude il direttore di curafutura.

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