Svizzera

Riforma Secondo pilastro: sì dalla commissione ma con modifiche

Divergenze rispetto alla versione uscita dai banchi del Nazionale, a cominciare dalle misure adottate per compensare la riduzione del tasso di conversione

(Keystone)
27 aprile 2022
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"Sì" quasi unanime della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati (Csss-S) alla riforma del Secondo pilastro. Molte le divergenze rispetto alla versione uscita dai banchi del Nazionale, a cominciare dalle misure adottate per compensare la riduzione del tasso di conversione dal 6,8% al 6%.

Quest’ultimo è il punto centrale della riforma (adottata con 10 voti contro 0 e 3 astensioni). Per scongiurare una eccessiva diminuzione delle rendite – l’abbassamento dell’aliquota comporterebbe infatti una loro contrazione di circa il 12% – il progetto prevede alcune misure per aumentare l’avere di vecchiaia disponibile al momento del pensionamento.

Tra queste, spiega la commissione in una nota, figura la riduzione della deduzione di coordinamento, ovvero della parte inferiore del salario che non è assicurata. Attualmente è fissata a 25’095 franchi (7/8 della rendita massima Avs, ndr), Consiglio federale e nazionale propongono di dimezzarla, la Csss-S chiede di portarla al 15% del salario Avs (a 21’510 franchi, ndr).

Abbassare la soglia d’entrata

Altra novità: la soglia d’entrata nel sistema va abbassata a 17’208 franchi (dagli attuali 21’510 franchi). In tal modo sarebbero assicurati in una cassa pensione 140’000 lavoratori con salari modesti. Il Nazionale vorrebbe diminuire tale soglia in modo più marcato (a 12’548 franchi) e assicurare così 320’000 lavoratori a basso reddito.

Questa misura e la precedente comporteranno un aumento dei prelievi salariali, in quanto i contributi alla cassa pensioni saranno riscossi su una parte maggiore dello stipendio. Il capitale Lpp risparmiato sarà però maggiore. In questo modo la commissione vuole "migliorare la posizione dei lavoratori a tempo parziale e dei lavoratori che esercitano più attività lucrative".

Nessuna modifica dell’età dalla quale si inizia a versare gli accrediti

Contrariamente alla Camera del popolo, la Csss-S non ha invece voluto modificare l’età a partire dalla quale si inizia a versare gli accrediti vecchiaia. Il Nazionale vorrebbe portarla da 25 a 20 anni.

La Csss-S non vuole neppure – "per ragioni di praticabilità" – che la soglia d’entrata al Secondo pilastro venga calcolata sommando tutti i salari di una persona che ha più impieghi. Attualmente vengono contabilizzati singolarmente. "Sì" invece alla modifica delle aliquote per gli accrediti di vecchiaia prelevati sul salario, con il passaggio a due sole categorie d’età.

Generazione transitoria

Per la generazione transitoria, la Csss-S ha previsto una soluzione più munifica di quella adottata dal Nazionale. La commissione non nasconde che tale generosità è necessaria per vincere la futura votazione popolare sulla riforma.

La commissione propone così che a beneficiarne siano le prime 20 classi d’età (15 per il Consiglio nazionale) che andranno in pensione dopo l’entrata in vigore della riforma. La compensazione sarebbe versata sotto forma di supplemento di rendita: gli assicurati con un reddito fino a 100’380 franchi riceverebbero 2’400 franchi all’anno per le prime cinque classi d’età, 1’800 franchi per le successive cinque, 1’200 franchi per le altre cinque e 600 franchi per le ultime cinque. Chi ha un reddito compreso tra 100’380 e 143’400 franchi riceverebbe una rendita ridotta, mentre quelli con redditi superiori non riceverebbero niente.

In questo modo, spiega la commissione, il 70% circa degli assicurati della generazione di transizione riceverebbe il supplemento pieno e il 18% quello ridotto. Nel modello proposto dal Consiglio federale ne avrebbero beneficiato tutti gli assicurati, mentre in quello del Nazionale solo il 35-40% delle prime 15 classi d’età.

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