Svizzera

Di più da Credit Suisse e Ubs per la protezione del clima

È l’appello di Greenpeace, che sollecita i due istituti a diminuire gli investimenti, ancora troppo massicci, nell’industria fossile

In prima fila per la causa ambientale
(Keystone)
30 marzo 2022
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Credit Suisse e Ubs non devono più continuare a investire massicciamente nell’industria fossile: è l’appello rivolto da Greenpeace alle due grandi banche elvetiche, poiché tale pratica contraddice gli obiettivi di Parigi per la protezione del clima.

In un rapporto pubblicato oggi e intitolato ‘Banking on Climat Chaos’ su mandato dell’organizzazione ambientalista vengono passati al setaccio i rapporti d’affari dei due giganti elvetici del credito con le aziende del ramo del carbone, del petrolio e del gas.

Lo studio arriva alla conclusione che, attraverso i loro finanziamenti e servizi dell’ordine di 13 miliardi di dollari, i due istituti hanno sostenuto l’estrazione e la combustione di questi combustibili fossili. In particolare, circa 3,4 miliardi sono stati impiegati nell’estensione delle capacità di produzione di carbone, petrolio e gas.

Secondo Greenpeace, le due banche si sono impegnate a rispettare gli obiettivi climatici di Parigi. Tale impegno viene contraddetto dal modo di agire di Credit Suisse e Ubs.

Riserve già troppo abbondanti

Secondo Peter Haberstich, esperto presso Greenpeace Svizzera, citato nella nota, le banche investono così direttamente nella catastrofe climatica. Le riserve di energie fossili sono già più importanti rispetto a ciò che potrà mai essere utilizzato per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi e preservare in tal modo le basi di vita dell’umanità, afferma Haberstich.

Greenpeace esige pertanto che Credit Suisse e Ubs cessino immediatamente di sostenere finanziariamente nuovi progetti di estrazione di petrolio e di gas, ed elaborino direttive che vietino il sostegno a un aumento della produzione.

Parallelamente, i due istituti bancari dovrebbero mostrare concretamente come contino raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette nel 2050. A tal fine dovrebbero ridurre della metà entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra finanziato con le loro attività commerciali.

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