Svizzera

Lex Netflix, i favorevoli: ‘I soldi resteranno in Svizzera’

Secondo il comitato romando per il Sì, con la legge sulle piattaforme streaming si rafforzeranno le opportunità per i giovani cineasti svizzeri

(Keystone)
29 marzo 2022
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Oggi il consumatore svizzero con il suo abbonamento alle piattaforme streaming basate all’estero finanzia il cinema europeo senza sostenere i cineasti svizzeri e l’economia locale. Sono 600 milioni di franchi i soldi che ogni anno partono in questo modo all’estero. Lo ha affermato il consigliere agli Stati Olivier Français (PLR/VD) alla conferenza stampa del comitato romando favorevole alla revisione della legge sul cinema in votazione il 15 maggio.

La proposta sottoposta alle urne non è una rivoluzione: le televisioni svizzere devono già investire una percentuale identica del loro fatturato nella creazione cinematografica, ha aggiunto la consigliera nazionale Marie-France Roth Pasquier (Centro/FR). L’obbligo di investire – la friburghese ha insistito sul fatto che non si tratta di una tassa – esiste inoltre già all’estero, ed è sovente molto più elevato: in Francia è al 26%, in Italia al 20%.

Anche l’argomento circa il possibile aumento del prezzo dell’abbonamento viene spazzato via, e ciò poiché le piattaforme sono in concorrenza tra di loro. Non si è poi osservato un incremento delle tariffe nei Paesi limitrofi, che già conoscono l’obbligo di investire. Per la consigliera di Stato giurassiana Elisabeth Baume-Schneider (PS/NE), questa legge è un’opportunità per i giovani svizzeri dato che rafforzando il sostegno alla produzione si creeranno nuove possibilità di carriera per i talenti nostrani.

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