Svizzera

Il Ceo di Roche difende le forniture di medicamenti alla Russia

Sul posto, il colosso basilese dà lavoro a 800 persone. Severin Schwan, ‘non possiamo lasciare senza farmaci per il cancro i pazienti russi’.

Il Ceo del gruppo basilese
(Keystone)
29 marzo 2022
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Malgrado le sanzioni, il gruppo farmaceutico Roche resta attivo in Russia. A detta del suo presidente della direzione Severin Schwan vi è un consenso internazionale sul fatto che i medicinali siano esclusi dalle sanzioni. "Non possiamo mica non fornire farmaci contro il cancro ai pazienti russi", afferma il Ceo in un’intervista pubblicata oggi dal Tages-Anzeiger. Roche continua ad avere una responsabilità nei confronti di tutti i pazienti che dipendono da medicamenti.

Il gruppo basilese dà lavoro a 800 persone in Russia, ma non ha siti di produzione nel Paese. Attualmente vi perde soldi, inoltre Roche dona antibiotici per milioni di franchi all’Ucraina.

Quanto al suo ritiro dal consiglio d’amministrazione di Credit Suisse, annunciato una settimana fa, il 54enne afferma di averci riflettuto già un anno fa. Poi si sono verificate le perdite miliardarie in relazione a Greensill e Archegos: "A quel momento non era opportuno dimettersi". Ha quindi accettato di rimanere in carica per un periodo transitorio. "Ora, con Axel Lehmann alla presidenza, Credit Suisse è in buone mani", afferma. In linea di principio, Schwan considera fattibile sedere nel consiglio d’amministrazione di una banca oltre al suo lavoro quale Ceo di Roche, ed egli lo rifarebbe.

Il 54enne spera che Credit Suisse non venga rilevata e non si unisca a Ubs. "Per la Svizzera sarebbe una grandissima perdita se rimanesse una sola grande banca elvetica". Quanto agli affari in Russia, ha spiegato che vi sono rischi. "Abbiamo comunicato proattivamente a quanto ammontano e che sono dominabili."

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