Svizzera

Nessun comportamento illegale nello sviluppo di ‘ready’

Per il Tribunale federale, l’esercito non ha copiato l’app di un’altra azienda per mettere a punto un programma di allenamento in grigioverde

Azione respinta
(Ti-Press)
22 marzo 2022
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Il Tribunale federale (Tf) ha respinto un’azione di responsabilità dello Stato diretta contro la consigliera federale Viola Amherd. Un imprenditore accusava il Dipartimento della difesa (Ddps) di aver copiato un’app della sua società durante lo sviluppo di un’applicazione sportiva per l’esercito. Amherd non avrebbe quindi svolto il suo dovere di sorveglianza.

L’Alta Corte di Losanna è l’unica istanza che può occuparsi di tali azioni di risarcimento nei confronti dello Stato. Nella sua sentenza, i giudici hanno concluso che non c’è stato alcun comportamento illegale. Le norme invocate nell’azione legale sottostanno alla responsabilità politica del Consiglio federale come autorità collegiale.

L’imprenditore lamentava fatti risalenti al 2015 e Amherd è stata eletta nel dicembre 2018, prendendo la direzione del Ddps solamente all’inizio del 2019. L’app della sua società è stata sviluppata fra il 2013 e il 2016 per sport e fitness, con una prima versione messa online a metà ottobre 2016. Nel giugno 2015 l’Esercito ha lanciato una commessa pubblica per lo sviluppo di un’app di allenamento. L’impresa che ha fatto causa non era implicata nello sviluppo, ma alcune e-mail erano state scambiate per un’eventuale collaborazione nel campo della formazione e c’è stato anche un incontro.

Due anni più tardi, il Ddps ha annunciato all’imprenditore che il suo prodotto non interessava e nel marzo 2019 è stata lanciata l’app chiamata ‘ready’. Nell’ottobre dell’anno dopo l’uomo d’affari ha richiesto un risarcimento a titolo personale e una riparazione di torto morale per 6,4 milioni di franchi al Dipartimento, mentre l’azienda ha chiesto 8,6 milioni.

In un comunicato pubblicato oggi, l’uomo che ha sporto denuncia critica aspramente la decisione del Tribunale federale. "Spazzando via" l’azione di responsabilità, i giudici avrebbero agito in spregio allo Stato di diritto.

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