Svizzera

La tassazione delle rendite vitalizie va rivista

Lo prevede un progetto governativo fatto proprio anche dal Consiglio degli Stati. Sul tema si dovrà ora esprimere il Nazionale

Alex Kuprecht
(Keystone)
16 marzo 2022
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In futuro, l’imposizione delle rendite vitalizie – come quelle derivanti dal pilastro 3b – andrebbe resa più flessibile, rinunciando alla tassazione forfettaria del 40%, considerata troppo elevata e non più in linea con i tassi di interesse attuali. È quanto prevede un progetto governativo adottato oggi con 40 voti contro 0 dal Consiglio degli Stati. Il Nazionale deve ancora pronunciarsi.

Oggi, delle rendite vitalizie viene tassato il 40% del reddito, ossia una quota forfettaria. Dall’attuale livello dei tassi d’interesse – molto basso – risulta una sovraimposizione di tali rendite, ha dichiarato Alex Kuprecht (Udc/Sz) a nome della commissione.

Realizzando una mozione del gruppo Plr, il Governo propone quindi di rendere flessibile la quota di reddito imponibile delle rendite vitalizie. Nel caso delle assicurazioni di rendita vitalizia, la quota di reddito imponibile della prestazione di rendita garantita verrebbe calcolata utilizzando una formula basata sul tasso d’interesse massimo fissato dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma).

Eventuali prestazioni in eccesso sarebbero tassabili al 70%. Nel caso delle rendite vitalizie e dei vitalizi, la quota di reddito imponibile verrebbe determinata impiegando una formula basata sul rendimento medio delle obbligazioni della Confederazione con scadenza a dieci anni.

Tale cambiamento di sistema avrà ripercussioni finanziarie. Secondo una stima molto approssimativa, nel 2019 il cambiamento di sistema avrebbe causato una diminuzione delle entrate pari a 45 milioni di franchi, di cui 10 milioni a carico della Confederazione e il rimanente dei Cantoni. Se i tassi di interesse risaliranno, anche la quota di rendimento aumenterà.

Oggi la Camera dei cantoni ha pure adottato una proposta di Alex Kuprecht relativa all’entrata in vigore. Il progetto non dovrebbe più contenere una disposizione transitoria per i cantoni. Questi ultimi dispongono infatti di un termine di due anni per attuare le modifiche.

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