Svizzera

Assicurazioni malattia, bavaglio a telefonate indesiderate

Il Consiglio nazionale approva un progetto legislativo del Governo che mira a regolamentare più severamente le attività degli intermediari

Giro di vite
(Ti-Press)
7 marzo 2022
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Le attività degli intermediari nel settore dell’assicurazione malattie devono essere regolate più severamente. Il Consiglio nazionale, con 162 voti favorevoli contro 12, ha approvato un progetto legislativo del Governo in materia, che, fra le altre cose, vieta le chiamate pubblicitarie senza preavviso. «Finalmente accarezziamo la possibilità di intervenire», ha detto in aula il relatore commissionale Benjamin Roduit (Centro/Vs), ricordando che sotto la cupola di Palazzo federale il tema venne trattato per la prima volta nel 2009. «Queste telefonate di marketing infastidiscono molto la popolazione», ha aggiunto il deputato vallesano.

Con la legge, che richiede anche la modifica di quella sulla sorveglianza degli assicuratori (Lsa), e di quella sulla vigilanza sull’assicurazione malattie (LvaMal), il Consiglio federale avrà l’opportunità di rendere obbligatori alcuni punti dell’accordo tra gli assicuratori relativo agli intermediari. Nel 2015 entrambe le associazioni mantello delle casse malattia avevano stabilito una convenzione, ma non tutti si erano adeguati. Di fatto, la gestione di queste attività è dunque rimasta finora autonoma e su base volontaria.

Grazie alle modifiche previste, l’esecutivo potrà invece rendere vincolanti le disposizioni per ogni assicuratore, sia nel settore dell’assicurazione malattie obbligatoria sia in quello delle complementari. Una proposta che chiedeva di applicare queste regole unicamente nel primo caso e di escludere il secondo è stata rispedita al mittente (108 voti a 87).

«È necessario fare un distinguo fra questi due settori», ha dichiarato senza trovare il sostegno della maggioranza dei colleghi Philippe Nantermod (Plr/Vs), evidenziando come se così non fosse, allora bisognerebbe intervenire anche in altri ambiti assicurativi, vedasi quello delle automobili. Per conferire carattere obbligatorio al regolamento sarà necessaria una richiesta esplicita da parte delle casse malattia che rappresentano almeno il 66% degli assicurati dell’assicurazione obbligatoria e il 66% delle entrate dei premi delle complementari.

Tra le regole in questione, oltre al divieto di chiamate pubblicitarie senza preavviso, figurano la limitazione della rimunerazione degli intermediari, la loro formazione, nonché la redazione e la firma di un verbale del colloquio di vendita sottoscritto da loro e dal cliente. In caso di mancato rispetto delle disposizioni sono previste sanzioni.

Rispetto al disegno del Consiglio federale – e seguendo l’avviso della commissione preparatoria – la Camera del popolo ha scelto per 109 voti contro 84 di circoscrivere l’obbligo di formazione e la limitazione della remunerazione agli intermediari che non sono vincolati all’assicuratore da un contratto di lavoro. Altrimenti ci sarebbe «un’intromissione sproporzionata dello Stato, non bisogna estendere le norme all’infinito», ha affermato Lorenz Hess (Centro/Be) a sostegno di tale ritocco.

«La gente è stufa, non le interessa lo status di chi la contatta», ha ribattuto invano Melanie Mettler (Pvl/Be). Sorpreso in negativo anche il consigliere federale Alain Berset, presente alla discussione. «Non capiamo la proposta, basterebbe acquistare un’azienda esterna per sfuggire alla legislazione», ha fatto notare il ministro friborghese.

Nel corso del dibattito, la sinistra ha spinto per formulazioni ancora più costrittive in vari punti, per evitare che la legge si dimostri poco efficace. Le proposte di minoranza in questo senso sono però state bocciate. Stesso destino per il tentativo, portato avanti sempre dal campo-rosso verde, di inserire un limite per le spese che gli assicuratori possono destinare a marketing e pubblicità.

Non soddisfatti da tutto ciò, oltre una ventina di deputati hanno optato per l’astensione durante la votazione sull’insieme. Il naufragio delle proposte più restrittive ha invece infine convinto l’Udc, nonostante il poco entusiasmo espresso in fase di entrata in materia da Thomas de Courten (Udc/BL), che ha definito le chiamate indesiderate «un problemino» risolvibile «appendendo».

Il dossier passa ora sui banchi del Consiglio degli Stati.

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