Svizzera

Donne nell’esercito, allo studio l’eventuale obbligatorietà

È una delle possibilità che sta valutando il Consiglio federale: rinviate due prime varianti a un esame più approfondito

Obbligo o no?
(Keystone)
4 marzo 2022
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Per garantire a lungo termine all’esercito e alla protezione civile un numero sufficiente di effettivi, il Consiglio federale intende valutare anche la possibilità di introdurre un obbligo di servizio per le donne. È quanto prevedono due varianti dell’obbligo di prestare servizio che oggi il Governo ha deciso di sottoporre a un esame approfondito i cui risultati saranno disponibili entro fine 2024. Gli adeguamenti in esame presuppongono una revisione della Costituzione.

Basate sulla seconda parte del rapporto riguardante l’apporto di personale in seno all’esercito e alla protezione civile adottato oggi dall’esecutivo, la variante "Obbligo di prestare servizio di sicurezza" prevede la fusione tra l’odierno servizio civile e la protezione civile, mentre la variante "Obbligo di prestare servizio orientato al fabbisogno" mira a estendere l’obbligo di prestare servizio alle cittadine svizzere.

Inoltre, stando a una nota governativa, si sta valutando di rendere obbligatoria anche per le donne la partecipazione alla giornata informativa dell’armata.

Effettivi, evitare penuria

Attualmente, l’effettivo regolamentare della protezione civile è di poco inferiore ai 72mila militi. Verso la fine del decennio, l’esercito avrà difficoltà a garantire l’effettivo reale di 140mila militari se non si riuscirà a ridurre sensibilmente il numero delle partenze anticipate. Per questa ragione, con la prima parte del rapporto relativo all’apporto di personale in seno all’esercito e alla protezione civile di fine giugno 2021, il Consiglio federale ha avviato misure a breve e a medio termine.

Da un lato, entro la metà del 2022 il Dipartimento federale della difesa (Ddps) e quello dell’economia (Defr) elaboreranno una revisione della legge federale sulla protezione della popolazione e sulla protezione civile. D’altro lato, nel rapporto finale sull’attuazione dell’"Ulteriore sviluppo dell’esercito" che sarà presentato a metà del 2023 il Dipartimento di Viola Amherd dovrà formulare proposte per migliorare l’apporto di personale a medio termine.

Quattro le varianti

Parallelamente a questi provvedimenti, a breve e a medio termine, onde garantire in modo duraturo un numero sufficiente di effettivi si è anche riflettuto su adeguamenti «radicali e a lungo termine del sistema dell’obbligo di servizio».

Nella seconda parte del rapporto, il Consiglio federale ha preso in esame quattro varianti. La variante "Obbligo di prestare servizio di sicurezza" prevede la fusione del servizio civile e della protezione civile in una nuova organizzazione. Ciò dovrebbe consentire di garantire l’apporto di personale in seno alla protezione civile. Questa variante dovrebbe poter garantire anche un apporto sufficiente di personale in seno all’esercito, dato che a quest’ultimo viene data la priorità al momento del reclutamento.

Donne, obbligo di servizio?

La variante "Obbligo di prestare servizio orientato al fabbisogno" estende l’obbligo di prestare servizio alle donne. Viene però reclutato soltanto il numero di persone di cui l’esercito e la protezione civile hanno bisogno, ossia circa la metà di tutte le persone soggette alla leva obbligatoria di entrambi i sessi.

Ciò permette di garantire l’apporto di personale in seno all’esercito e alla protezione civile poiché si raddoppia il bacino di reclutamento.

Servizio civico obbligatorio

Anche con la variante "Servizio civico obbligatorio", l’obbligo di prestare servizio viene esteso alle donne; tuttavia, in questo caso, tutte le persone dichiarate abili prestano effettivamente servizio. La gamma dei compiti comprende gli attuali compiti dell’esercito, della protezione civile e del servizio civile. In tale contesto vengono potenziate le prestazioni per la sanità e l’assistenza, la natura e l’ambiente.

Anche la variante "Servizio civico obbligatorio con libera scelta del genere di servizio" prevede che tutte le donne e tutti gli uomini svizzeri abili prestino servizio. Tuttavia possono scegliere in autonomia il genere di servizio da prestare. Allo scopo di rispondere ancora meglio alle esigenze delle persone obbligate al servizio, i settori di attività vengono ampliati esempio a mandati politici o al servizio nel corpo pompieri.

Inoltre si è riflettuto anche su uno "Status quo plus": questo prevede l’introduzione della partecipazione obbligatoria per le donne alla giornata informativa dedicata al servizio militare e di protezione quale complemento dell’attuale sistema dell’obbligo di prestare servizio.

Le varianti privilegiate

Per il Governo, garantire a lungo termine gli effettivi dell’esercito e della protezione civile rimane il criterio più importante per valutare le varianti. Inoltre il servizio deve avere un nesso evidente con la sicurezza e deve sussistere un reale fabbisogno.

Le due varianti "Obbligo di prestare servizio di sicurezza" e "Obbligo di prestare servizio orientato al fabbisogno" sono le più idonee a soddisfare questi requisiti. In particolare viene garantito che possa essere reclutato un numero sufficiente di persone affinché l’esercito e la protezione civile o la protezione contro le catastrofi possano adempiere i propri compiti.

Questioni in sospeso

Occorre tuttavia ancora chiarire alcuni aspetti rimasti in sospeso, ad esempio per quanto riguarda il bisogno effettivo di aumentare le prestazioni nella protezione civile, la garanzia della parità di trattamento in materia di servizio, l’impostazione di un possibile sistema di incentivi per quanto concerne la variante dell’"Obbligo di prestare servizio orientato al fabbisogno", le conseguenze concrete di un’attuazione delle varianti e i costi.

Esame approfondito entro fine 2024

Per questo il Consiglio federale ha chiesto al Dipartimento federale della difesa di sottoporre le varianti "Obbligo di prestare servizio di sicurezza" e "Obbligo di prestare servizio orientato al fabbisogno" a un esame approfondito in collaborazione col Dipartimento federale dell’economia entro la fine del 2024.

Circa l’obbligo per le donne di partecipare alla giornata informativa, il Consiglio federale crede che si tratti di un’iniziativa utile per aumentare la quota delle donne nell’esercito nel contesto dell’attuale sistema dell’obbligo di prestare servizio. Per questo questa tale opzione verrà sottoposta a un esame approfondito.

No a un servizio civico obbligatorio

Nella sua seduta odierna, il governo ha deciso di escludere le due varianti che prevedono un "Servizio civico obbligatorio" poiché il nesso con la sicurezza sussiste solo in misura limitata.

Anche il numero di giorni di servizio da prestare verrebbe raddoppiato. In questo modo, soprattutto al di fuori del settore della sicurezza si creerebbero capacità per le quali non risulta un fabbisogno, ciò che solleverebbe la questione della compatibilità con il divieto di concorrenza con il settore privato.

Donne, sì ma vogliamo uguaglianza

Poiché l’ulteriore sviluppo del sistema dell’obbligo di prestare servizio comporta dei profondi cambiamenti, il Ddps ha svolto un sondaggio e delle indagini conoscitive al riguardo da cui è emerso che, in linea di massima, vi è la disponibilità a prestare servizio.

Tale disponibilità è però vincolata a un’utilità evidente per coloro che prestano servizio e a una migliore conciliabilità con la pianificazione della vita privata.

In merito all’obbligo di prestare servizio per le donne risulta però che vi sono delle riserve riguardo a una tale estensione fino a quando non sarà stata raggiunta l’uguaglianza tra donne e uomini in altri ambiti.

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