Svizzera

Allevamento intensivo, no a iniziativa e controprogetto

Le attuali disposizioni sulla protezione degli animali bastano: il Consiglio degli Stati si allinea con il Nazionale

‘Le attuali leggi sono già tra le più rigorose a livello mondiale’
(Ti-Press)
2 marzo 2022
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Al pari del Consiglio nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha respinto oggi (32 voti a 8) sia l’iniziativa popolare che vuole vietare l’allevamento intensivo, sia il controprogetto diretto del Consiglio federale (30 voti a 14), mediante il quale si intende iscrivere nella Costituzione il principio della protezione del benessere degli animali. Il dossier è pronto per le votazioni finali.

Stando alla maggioranza del plenum, le disposizioni sulla protezione degli animali in Svizzera sono già oggi tra le più rigorose a livello mondiale: l’iniziativa procurerebbe uno svantaggio concorrenziale per l’agricoltura elvetica.

Il plenum non è contrario all’idea di fondo di promuovere il benessere degli animali da reddito, bensì ai mezzi proposti per realizzarla. Qualora la proposta di modifica costituzionale venisse accolta alle urne, la Confederazione dovrebbe stabilire i criteri per il ricovero e la cura degli animali, compresi l’accesso all’esterno, la macellazione e il numero massimo per stalla. Anche le importazioni sarebbero sottoposte agli stessi criteri. Si tratterebbe in pratica di conformarsi ai capitolati d’oneri di Bio Suisse in materia di allevamento. Queste esigenze sono state giudicate troppo elevate, specie da membri del Plr e dell’Udc, partito notoriamente vicino ai contadini. Le conseguenze paventate: prezzi più alti per i consumatori, aumento del turismo degli acquisti e delle importazioni, nonché perdita di posti di lavoro.

Nei loro interventi, sinistra e Verdi hanno fatto notare che in materia di allevamento e protezione degli animali, la Svizzera può ancora fare di più: il 50% degli animali non è mai all’aperto fino al giorno della macellazione e, fra i polli, oltre l’80% non vede mai un prato nel corso della vita.

Nemmeno il controprogetto diretto del governo ha trovato grazia agli occhi del plenum, nonostante gli appelli di una minoranza di sinistra e del consigliere federale Alain Berset secondo i quali si tratta di un compromesso ragionevole alla luce dell’evoluzione del comportamento nei consumi e delle trasformazioni strutturali dell’agricoltura. Nel suo intervento, il ministro socialista ha messo in guardia gli astanti dalla possibilità che l’iniziativa, qualora non venga nemmeno presentato un controprogetto al popolo, possa venir accolta alle urne, così come accaduto nel breve spazio di tre mesi con l’iniziativa sulle cure infermieristiche e l’iniziativa per il divieto della pubblicità del tabacco diretta ai giovani. Nessuno pensava all’inizio che ciò potesse accadere, eppure è successo, ha spiegato Berset, facendo presente che in due casi recenti sia il governo che il parlamento sono stati sconfessati dal popolo. Ecco perché l’esecutivo ha elaborato un controprogetto diretto, ha avvertito, invano, il ministro socialista.

Iniziativa e controprogetto

Tra i promotori dell’iniziativa, lanciata il 12 giugno 2018, ci sono la presidente della Fondazione Franz Weber, Greenpeace, ma anche politici di vari orientamenti, come il consigliere agli Stati Daniel Jositsch (Ps/Zh), il consigliere nazionale Bastien Girod (Verdi/Zh) e il granconsigliere bernese Stefan Hofer dell’Udc nonché rappresentanti degli agricoltori come Kagfreiland e Bio Suisse.

Il testo prevede un’aggiunta all’articolo 80 sulla protezione degli animali della Costituzione federale, in modo da vietare l’allevamento intensivo, ossia industriale, «finalizzato alla produzione più efficiente possibile di prodotti animali, nell’ambito del quale il benessere degli animali è leso sistematicamente».

La Confederazione stabilisce i criteri per il ricovero e la cura degli animali, compresi l’accesso all’esterno, la macellazione e il numero massimo per stalla. Anche le importazioni sarebbero sottoposte agli stessi criteri. Il termine transitorio per le disposizioni d’esecuzione è fissato a 25 anni al massimo.

Il controprogetto

Il controprogetto prevede che il bestiame possa vivere in stalle a stabulazione libera o uscire all’aperto durante il giorno se la stabulazione è fissa. I suini dovrebbero obbligatoriamente avere a disposizione un’area di riposo con lettiera per migliorare la resistenza alle malattie e ridurre l’uso di medicinali. Per quanto riguarda la macellazione, si dovrà impedire che gli animali provino dolore, soffrano o abbiano paura. Il testo governativo prevede inoltre che il principio incluso nella Costituzione sia esteso a tutti gli animali, non solo quelli a scopo agricolo come auspicato dall’iniziativa.

Il Consiglio federale non intende però includere standard bio nella Costituzione. A suo avviso l’applicazione alle importazioni sarebbe incompatibile con gli accordi commerciali e molto difficile da attuare.

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