Svizzera

L’incendio non è colpa del gatto, secondo il tribunale federale

Il fatto che ad accendere la piastra elettrica potrebbe essere stato il gatto non è sufficiente per l’assoluzione

25 febbraio 2022
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Il Tribunale federale ha annullato una sentenza vodese che scagionava un inquilino dalle accuse di incendio e omicidio colposo. L’uomo aveva beneficiato del principio "in dubio pro reo" poiché non era stato escluso che il suo gatto avesse provocato il sinistro.

L’incendio si era verificato in un vecchio edificio del centro di Payerne (VD) nell’aprile 2017. L’inquilino dell’appartamento dove aveva avuto origine il rogo era uscito per fare una corsa a piedi. Una giovane vicina - una brasiliana di 23 anni - era invece rimasta intrappolata nella sua casa ed era morta a causa dell’inalazione del fumo.

Gli inquirenti si erano concentrati sulla cucina in vetroceramica, che era stata completamente calcinata e andata in mille pezzi. Due pentole erano state semidistrutte e i resti della macchina da caffè erano stati ritrovati sulla superficie. Gli esperti avevano concluso che il calore sprigionato da una piastra accesa avesse potuto scaldare questi materiali e provocare l’incendio.

Gatto sospettato

I comandi elettronici non hanno permesso di determinare se la piastra fosse rimasta accesa. L’inquilino, sulla quarantina, aveva escluso di averla usata quel giorno. Ma aveva anche affermato che il suo gatto aveva già accesso i fornelli in passato.

Nel maggio 2020, il Tribunale di polizia della Broye e del Nord vodese lo aveva allora condannato a 100 aliquote giornaliere di 30 franchi con la condizione per incendio e omicidio colposo. Aveva inoltre chiesto il versamento alla madre della vittima di 6’000 franchi per le spese di sepoltura e di 40’000 franchi per riparazione morale.

Sentenze annullate

Nel febbraio del 2021, il Tribunale cantonale vodese aveva però annullato la sentenza e, dopo un ulteriore ricorso della madre, ora anche il Tribunale federale ha annullato la decisione cantonale e ha rinviato il caso alla giustizia vodese.

La Corte di diritto penale del TF ha ricordato le motivazioni che avevano portato alla condanna in prima istanza: il giudice aveva creduto all’imputato che aveva dichiarato di non aver acceso la piastra e aveva quindi considerato l’ipotesi che fosse stato il gatto a farlo. Tuttavia, l’accusato non aveva inserito il blocco per bambini sebbene avesse scoperto che il suo gatto potesse accendere i fornelli. Inoltre, aveva aumentato il rischio lasciando le pentole e una macchina per il caffè sulle piastre.

Motivazioni "problematiche"

Per il Tribunale federale, le motivazioni della Corte cantonale di assolvere l’uomo secondo il principio "in dubito pro reo" (nel dubbio, si giudica in favore dell’imputato) sono problematiche. Secondo i giudici del TF questo principio non si applica nella valutazione delle prove. Di fronte a elementi contraddittori, il giudice non può accettare immediatamente le prove più favorevoli all’imputato.

A loro avviso, il riferimento al principio "in dubio pro reo" è quindi prematuro. Per questo motivo il caso è stato rinviato all’istanza inferiore.

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