Svizzera

Votazione federale, verso un sì e tre no dalle urne

Secondo i primi dati, la maggioranza della popolazione è per la limitazione della pubblicità sul tabacco. Bocciati gli altri tre oggetti in votazione

(Ti-Press)
13 febbraio 2022
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Sì all’iniziativa popolare per proteggere gli adolescenti dalla pubblicità del tabacco, no a tutti gli altri tre oggetti, vale a dire all’iniziativa sul divieto degli esperimenti sugli esseri umani, alla modifica della legge sulle tasse di bollo e al pacchetto di misure a favore dei media.

Sarà questo l’esito – perlomeno a livello di voto del popolo – dell’odierna giornata di votazione, chiusa da pochi minuti, stando a una tendenza realizzata dall’istituto demoscopico gfs.bern per i canali radiotelevisivi Srg Ssr. Gli esperti si sono limitati a indicare il risultato, senza fornire dettagli sulle percentuali. Per quanto riguarda l’iniziativa sul tabacco serve inoltre la maggioranza dei cantoni.

Tassa di bollo, verso un ‘no’ molto chiaro

Si annuncia un verdetto molto chiaro sull’abolizione della tassa di bollo relativa all’emissione di nuovo capitale aziendale: la modifica della relativa legge viene respinta dal 63% dei votanti. Il voto concerne la tassa d’emissione, una delle tre tasse di bollo che vengono ancora prelevate in Svizzera. Concretamente, la Confederazione incassa l’1% sul nuovo capitale emesso da una società (per esempio azioni), a partire da un 1 milione di franchi. Si tratta di un genere di imposta conosciuta da pochi Paesi europei e il cui gettito è variabile: nel periodo 2005-2017 è stato in media di 250 milioni all’anno.

L’abolizione di questo balzello era stata decisa dal parlamento nella sessione estiva del 2021. Un comitato composto da Ps, Verdi e sindacati ha lanciato il referendum, cosa che ha condotto a una vivace campagna di votazione sfociata nello scrutinio odierno.

Divieto di pubblicità dei prodotti a base di tabacco: sì al 57%

Resta ancora da definire il destino dell’iniziativa popolare con cui si chiede di vietare la pubblicità dei prodotti del tabacco che raggiunge bambini e adolescenti. Stando alla proiezione, il popolo ha detto sì con il 57% delle schede, ma per cantare vittoria i promotori devono anche ottenere la maggioranza dei Cantoni, tutta ancora da guadagnare.

Il testo vuole che la promozione dei prodotti del tabacco, ma anche delle sigarette elettroniche, sia riservata ai soli adulti e non sia più accessibile ai minorenni. Le uniche forme permesse sarebbero quelle che si rivolgono direttamente a chi ha compiuto la maggiore età: ad esempio l’invio di e-mail, la distribuzione di volantini e contenuti personalizzati su Internet.

L’iniziativa prevede che in tutta la Confederazione venga impedito di esporre réclame ovunque possano essere visibili da minorenni: sui cartelloni, negli spot al cinema, sui mezzi di trasporto e in generale negli spazi pubblici, nelle sponsorizzazioni di manifestazioni. Sarebbero bandite pure – contrariamente a quanto disciplinato da una nuova legge adottata dal Parlamento come controprogetto indiretto – le inserzioni sui giornali, la pubblicità sul web e nei punti vendita. Un divieto è invece già in vigore per radio e televisione.

A livello regionale, in Ticino, dopo lo spoglio di 70 comuni su 108, i sì sono al 57,6%. Nei Grigioni invece, quando all’appello manca un solo dei 101 municipi, la percentuale di favorevoli si attesta al 51,1%. Da notare che entrambi i Cantoni, come altri 15, proibiscono già ora le affissioni pubblicitarie sul loro territorio.

Aiuti ai media, in vantaggio gli scettici

Il pacchetto di misure da 151 milioni di franchi in favore dei media verrà bocciato alle urne con il 56% dei voti, stando alla prima proiezione dell’istituto demoscopico gfs.bern. Un fossato sembra profilarsi tra Svizzera tedesca e romanda. Secondo le prime proiezioni cantonali, a Zurigo i ’no’ raggiungerebbero il 55,9%, ad Argovia il 61% e a San Gallo quasi il 69% dei suffragi. Nei Grigioni, dopo lo spoglio di 89 comuni su 101, il “no" si attesta al 53,8%. A Ginevra e Vaud, invece, i ‘sì’ si imporrebbero rispettivamente con il 56,6% e il 55,4% dei suffragi. A Friborgo, dopo lo spoglio di 92 comuni su 129 il risultato sarebbe più “tirato”: i “sì” sono in vantaggio con il 53,57%. In controtendenza Basilea-Città che, come spesso accade durante le votazioni federali, voterebbe in modo simile ai romandi: dopo lo spoglio dei voti per corrispondenza, il pacchetto di aiuti ai media la spunta con il 54,9%.

In Ticino, infine, dopo 90 comuni scrutinati su 108, il ‘no’ si attesta al 53,3%.


Verso la quarta bocciatura per il divieto alla sperimentazione animale

La sperimentazione animale in Svizzera continuerà a essere consentita. L’iniziativa ‘Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani’ verrebbe bocciata dal 79% dei votanti, stando all’istituto gfs.bern. I primi risultati parziali confermano la tendenza. In Ticino i no sono il 67,6%, dopo lo spoglio di 70 comuni su 108. A Ginevra, il testo ha ricevuto finora solo il 24% dei voti. Lo stesso scenario si sta delineando a Vaud, Friburgo e Vallese, con rifiuti intorno all’80% dei voti. A Zurigo, l’iniziativa sarebbe respinta dal 78,6%.

I sondaggi avevano già ampiamente previsto il ‘no’ popolare per il testo, lanciato da un gruppo di cittadini di San Gallo e sostenuto solo da alcune organizzazioni animaliste e da medici alternativi.

L’iniziativa chiedeva un divieto assoluto della sperimentazione animale e umana e dell’importazione di nuovi farmaci sviluppati con simili metodi. Per i promotori già esistono alternative agli esperimenti sugli animali, manca solo la volontà politica di promuoverli. In Parlamento il testo non ha raccolto un solo voto ed è stato considerato troppo estremo anche dal campo rosso-verde, solitamente sensibile a questa tematica. Nemmeno la Protezione svizzera degli animali (Psa) si è schierata a favore.

Il comitato dei contrari, che riuniva esponenti di tutto l’arco politico, durante la campagna ha insisto sul fatto che l’iniziativa costituiva un pericolo per la salute della popolazione privandola di farmaci essenziali, come i medicinali per la cura del cancro o i vaccini. Quella odierna è la quarta iniziativa contro la sperimentazione animale bocciata alle urne dal 1983.

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