Svizzera

Il gipfeli più caro in panetteria? Colpa dei pagamenti con carta

I costi per i pagamenti elettronici, anche di 10 centesimi su transazioni da 1 franco e 50, vengono riversati dai commercianti sul costo del croissant

(Keystone)
9 febbraio 2022
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Il gipfeli (cornetto) comprato al chiosco o in panetteria sta diventando più caro in Svizzera. La colpa è delle nuove modalità di pagamento dettate dalla pandemia: sempre più persone regolano l’importo con le carte di debito, generando transazioni su cui i commercianti devono pagare tasse bancarie, che cercano ora di ribaltare sulla clientela.

Il tema è trattato oggi dalla Aargauer Zeitung e testate consorelle. Chi paga oggi il croissant dal panettiere a 1,50 franchi con la carta non deve contare le monetine e in apparenza può effettuare comodamente la sua spesa. Ma il cosiddetto denaro di plastica costa caro ai commercianti: sono infatti chiamati a pagare un balzello elevato alla compagnia del terminale della carta, che si compone di un importo fisso e una parte variabile. Nel caso del gipfeli in questione, per una carta di debito Mastercard il fisso è di 10 centesimi e la componente variabile di 0,735 centesimi.

La panetteria perde quindi quasi 11 centesimi: un prelievo che, in particolare sugli importi ridotti, dà sempre più fastidio. E questo nonostante il fatto che la situazione sia migliorata rispetto al passato: non deve infatti più pagare 28 centesimi sui piccoli importi come era il caso negli acquisti con la carta Maestro. Purtroppo però l’aleatorio progresso per panettieri, chioschi e simili è stato spazzato via dall’uso crescente dei pagamenti elettronici.

“Il numero di transazioni con la carta è raddoppiato durante la pandemia”, afferma Silvan Hotz, presidente dell’Associazione svizzera dei maestri panettieri-pasticcieri, in dichiarazioni riportate dall’Aargauer Zeting. In alcuni luoghi due terzi dei clienti pagano ormai con la carta. Anche per questo i prezzi dei croissant stanno salendo.

Il crescente fastidio dei commercianti ha molto a che fare con le banche, che stanno spingendo negli ultimi mesi per favorire il denaro elettronico. “Nel complesso, la crescente diffusione delle nuove carte con commissioni leggermente più alte può comportare un leggero aumento dell’onere per i commercianti”, conferma alla testata giornalista una portavoce della società Worldline, che fornisce terminali per carte. L’esperta sottolinea che le piccole transazioni sono diventate più economiche rispetto al passato, mentre per gli importi più alti si paga di più.

In agosto Mister Prezzi è riuscito a imporre un limite per le tasse, che altrimenti sarebbero aumentate fortemente: ora Worldline è autorizzata ad addebitare un massimo di 3,50 franchi per le carte di debito Visa e 2,00 franchi per le carte di debito Mastercard. Worldline sottolinea che le tasse devono essere generalmente viste “nel contesto generale dell’esperienza del cliente”. “L’accettazione dei pagamenti con carta soddisfa anche un bisogno del consumatore e può aumentare in modo dimostrabile la disponibilità all’acquisto e quindi le vendite”, viene fatto notare.

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