Svizzera

Autorità svizzere incontrano rappresentanti talebani a Ginevra

‘Non si tratta né di una legittimazione né di un riconoscimento del governo islamista’, afferma la portavoce della missione svizzera presso l’Onu

Alcuni rappresentanti talebani si erano recati in Norvegia in gennaio
(Keystone)
8 febbraio 2022
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Su invito dell’organizzazione non governativa Appello di Ginevra, una decina di talebani è giunta domenica nella città di Calvino. In questi giorni sono in programma riunioni con l’Ong, ma anche discussioni con rappresentanti delle autorità svizzere.

“Questa settimana è previsto un incontro con una delegazione del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae)”, ha dichiarato oggi all’agenzia Keystone-Ats una portavoce della missione svizzera presso le Nazioni Unite a Ginevra. Saranno presenti rappresentanti della Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (Dsc) e della Divisione Asia e Pacifico.

La presenza talebana in Svizzera “non costituisce né una legittimazione né un riconoscimento”, ha sottolineato la portavoce confermando un’informazione dei media afghani sull’arrivo di delegati del movimento islamista a Ginevra. Secondo fonti concordanti, l’invito è giunto dall’Appello di Ginevra, noto anche come ‘Appel de Genève’ o ‘Geneva Call’.

L’organizzazione non governativa, che cerca di rafforzare l’applicazione del diritto internazionale umanitario da parte di gruppi armati non statali, è attiva da molti anni in Afghanistan. Conduce da tempo un dialogo con i talebani, anche dopo il loro arrivo al potere lo scorso agosto.

A Ginevra affronterà una serie di temi che fanno parte delle dichiarazioni d’impegno che i gruppi armati firmano regolarmente con essa, tra cui la protezione dei fanciulli nelle zone di conflitto e la gestione dei terreni ricoperti da mine antiuomo. Verranno discussi anche i diritti umani, l’accesso umanitario e la protezione degli operatori umanitari.

Secondo giornalisti afghani la delegazione talebana, composta di una decina di persone, è guidata da un alto dirigente del movimento islamico e alto responsabile del ministero della difesa, il muftì Latifullah Hakimi. Sono pure previsti, affermano, colloqui con rappresentanti di altri Stati europei.

I talebani cercano il riconoscimento internazionale ma devono fare i conti con le richieste di garanzie sui diritti umani, in particolare delle donne. Attualmente l’Afghanistan è ancora rappresentato a Ginevra dall’ambasciatore nominato dal vecchio governo, Nasir Andisha. Liberale e oppositore dei talebani, ha denunciato a più riprese gli integralisti davanti al Consiglio dei diritti umani. La stessa cosa avviene al quartier generale dell’Onu a New York.

Meno di un mese fa alcuni talebani avevano incontrato emissari di diversi Paesi occidentali a Oslo, prima accoglienza diplomatica su suolo europeo dal loro ritorno al potere. Finora nessuno Stato ha riconosciuto il governo islamista.

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