Svizzera

Svizzera nel Consiglio di sicurezza Onu? ‘Il parlamento discuta’

L’Udc chiede una sessione straordinaria per discutere la candidatura svizzera per uno dei seggi non permanenti nell’organo delle Nazioni Unite

(Keystone)
6 febbraio 2022
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L’UDC vuole che il Parlamento discuta della candidatura svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite durante una sessione straordinaria. I servizi parlamentari hanno confermato di aver ricevuto una richiesta in tal senso e hanno informato l’agenzia Keystone-ATS che gli uffici del Consiglio nazionale e degli Stati decideranno probabilmente venerdì prossimo la data esatta.

La decisione se la Svizzera riceverà per la prima volta uno dei dieci seggi non permanenti del potente organo dell’Onu per il periodo 2023-2024 sarà presa a New York in giugno. Le possibilità sono buone dato che, finora, oltre alla Confederazione solo Malta si è annunciata per i due posti vacanti nel Gruppo regionale occidentale.

Questa eventualità però non piace all’UDC, che ha depositato una richiesta di tenere una sessione speciale della Camere federali sul tema. L’indiscrezione, rivelata oggi dai domenicali NZZ am Sonntag e Sonntagsblick, è stata confermata a Keystone-ATS anche dal consigliere nazionale lucernese Franz Grüter, presidente della Commissione della politica estera.

Durante tale sessione dovrebbero venire dibattute due mozioni presentate lo scorso dicembre dalla stessa UDC, che chiedevano al Consiglio federale di astenersi da una candidatura al Consiglio di sicurezza. La discussione dovrà avvenire prima dell’elezione di New York, puntualizza Grüter.

Secondo l’UDC, la crisi ucraina ha mostrato quanto sia reale il pericolo che la Svizzera, quale membro dell’organo, debba improvvisamente decidere sulla guerra e sulla pace. Un dilemma che non sarebbe più possibile evitare.

Questo indebolirebbe il ruolo della Confederazione come mediatore, dichiara Grüter, che è “estremamente importante”. Un compito evidente sia nei recenti colloqui di Ginevra fra il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov e il segretario di Stato americano Antony Blinken sia nel faccia a faccia del giugno dello scorso anno fra i presidenti Joe Biden e Vladimir Putin.

L’UDC vuole insomma che tutti i partiti si pronuncino nuovamente per o contro la candidatura, indica il presidente del suo gruppo parlamentare Thomas Aeschi al SonntagsBlick. Stando al deputato di Zugo, in caso di elezione la neutralità elvetica sarebbe gravemente minacciata.

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