Svizzera

‘Sei accusato di pedofilia sul web’: l’ennesima truffa online

Diversi utenti hanno ricevuto una finta e-mail da parte della FedPol con accuse di reati a sfondo sessuale via web. Messaggi di questo tipo vanno ignorati

(Keystone)
2 febbraio 2022
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“Stiamo intraprendendo un’azione legale contro di voi poco dopo un’infiltrazione informatica (iniziata dal 2009) per pornografia infantile, pedofilia, ciberpornografia, esibizionismo, traffico sessuale”. Firmato: la FedPol. Questo il raggelante esordio di una e-mail che è stata ricevuta ultimamente da diversi utenti. Il messaggio, scritto in francese, riporta in testa il logo, appunto, della FedPol, di EuroPol e dell’European Cybercrime Center: nella e-mail, “firmata” addirittura dalla direttrice di FedPol, si è accusati di aver compiuto reati a sfondo pedopornografico e sessuale sul web.

Si tratta, ovviamente, dell’ennesimo tentativo di truffa informatica, segnalato oggi anche dal Centro nazionale per la cybersicurezza (NCSC): nel testo, si è pregati di inviare entro 48 ore le proprie giustificazioni via e-mail a un indirizzo di Gmail, ovviamente appositamente creato dai truffatori, giacché è improbabile che un Ufficio federale utilizzi questo tipo di servizio di posta. Seguono le minacce: “Trascorso questo periodo, saremo obbligati a trasmettere il nostro rapporto al Tribunale Federale, per l’emissione di un mandato d’arresto nei suoi confronti, che sarà seguito da un arresto immediato da parte dell’Ufficio federale di polizia (FEDPOL). Sarete quindi registrati nel registro nazionale dei criminali sessuali. In questa situazione, il suo dossier sarà anche trasmesso alle associazioni anti-pedofilia e ai media per la pubblicazione nel VOSTRA (il casellario giudiziale informatizzato n.d.r.)”. Le e-mail, peraltro, arrivano spesso da indirizzi legati a università (nei casi a noi segnalati, si tratta di un indirizzo dell’Università di Salamanca e di uno del servizio studenti dell’Università di Udine), il che fa supporre che alla base ci sia anche un avvenuto furto di dati ai danni di ignari utenti. L’Ncsc sul proprio sito invita a ignorare questo tipo di messaggi.

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