Svizzera

Ex ‘spia’ svizzera condannata per tentato spionaggio economico

Daniel Moser, già condannato quattro anni fa in Germania per aver spiato il fisco tedesco, è stato punito anche dalla giustizia svizzera

Daniel Moser durante il processo del 2017 in Germania
(Keystone)
17 dicembre 2021
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L’ex “spia” svizzera Daniel Moser, già condannato quattro anni fa in Germania per aver spiato il fisco tedesco, è stato punito anche dalla giustizia svizzera. La Procura federale il mese scorso gli ha inflitto una pena complessiva di 63’000 franchi per tentato spionaggio economico.

Secondo le informazioni diffuse ieri mattina dalla Radio Tv romanda RTS, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha inflitto a Daniel Moser, 58 anni, una pena pecuniaria di 18’000 franchi e un risarcimento di 45’000 franchi a favore della Confederazione.

In base al decreto d’accusa dello scorso primo novembre, oggi in possesso anche all’agenzia Keystone-ATS, la pena pecuniaria, di 180 aliquote giornaliere da 100 franchi, è stata correlata a un periodo di prova di due anni. L’imputato deve inoltre farsi carico di spese procedurali per 13’000 franchi.

Contattato da RTS, il suo avvocato Valentin Landmann si è detto soddisfatto della decisione e che non intende ricorrere in Appello o avviare altri procedimenti.

La Procura federale ha indagato su questo detective privato, ex informatore del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), fin dal 2014 in un caso di spionaggio economico. Tra l’estate del 2014 e il febbraio 2015, su richiesta di un giornalista tedesco, Moser ha raccolto i dati bancari dell’ex capo dei servizi segreti tedeschi, August Hanning, su presunti conti in Svizzera.

Aveva incaricato e pagato uno specialista di sicurezza per scoprire tutto quello che poteva sulle attività bancarie di Hanning. La sua fonte gli aveva dato tre documenti, con delle informazioni che poi si rivelarono false. Non sapendo che i tre documenti fossero falsificati, li ha consegnati al giornalista tedesco che gli pagò 150’000 euro. Somma che proveniva però da un ex investigatore privato tedesco, che poi ha indirettamente messo al corrente la giustizia elvetica.

Per l’MPC si è trattato di un tentativo di spionaggio economico, a prescindere dal fatto che i documenti fossero falsi. La Procura federale non è riuscita a stabilire se Moser sapesse se le informazioni da lui fornite sarebbero finite nelle mani del giornalista oppure in quelle di un servizio ufficiale straniero o di una società privata.

Per quanto riguarda gli altri imputati in questo caso, ossia il giornalista, l’esperto di sicurezza e il detective tedesco, sono stati tutti scagionati, avendo l’MPC archiviato le accuse di spionaggio economico contro di loro.

Come agente freelance degli 007 svizzeri (SIC), Daniel Moser, ex dipendente della Polizia comunale di Zurigo e del servizio di sicurezza dell’UBS, tra il 2011 e il 2013 aveva cercato di infiltrarsi nell’amministrazione fiscale della Renania settentrionale-Vestfalia, che – dopo l’acquisto di cd di dati bancari elvetici rubati nel 2006 – indagavano per identificare evasori che avevano nascosto beni in Svizzera.

Per questa vicenda, l’allora 54enne fu arrestato nell’aprile del 2017 a Francoforte e condannato nel novembre seguente a 22 mesi di carcere con la condizionale e al pagamento di 40’000 euro; una pena ritenuta clemente, ottenuta patteggiando una confessione che ha convinto i giudici del Land più popoloso della Germania.

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