Svizzera

Cassis non esclude la vaccinazione obbligatoria

Secondo il Consigliere federale, al momento la misura non è giustificabile ma se aumentassero di colpo i decessi sarebbe un’ultima risorsa da considerare

(Keystone)
16 dicembre 2021
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Il consigliere federale Ignazio Cassis, che assumerà la presidenza della Confederazione nel 2022, non esclude categoricamente una vaccinazione obbligatoria contro il coronavirus in Svizzera. Attualmente però, secondo il ticinese tale misura non è giustificabile.

I vaccini sono fra gli strumenti più efficaci della storia della medicina, evidenzia Cassis in un’intervista concessa alle edizioni odierne dei giornali del gruppo CH-Media. “In questo modo abbiamo sconfitto malattie come il vaiolo e la poliomielite”.

Ora come ora comunque, rendere il vaccino obbligatorio non sarebbe proporzionato, aggiunge l’ex medico cantonale. Inoltre, si tratterebbe di un serio pregiudizio alla libertà individuale. “Ma se il numero di decessi dovesse aumentare improvvisamente”, prosegue il ministro degli esteri, “come ultima spiaggia bisognerebbe prendere in considerazione” questo provvedimento.

Cassis ammette poi che il processo di somministrazione della dose di richiamo andrebbe velocizzato. “La democrazia diretta è una cosa meravigliosa, ma non è il mezzo più adeguato per gestire una pandemia”, ha detto.

Il ticinese ha anche ricordato che il governo soppesa accuratamente i pro e i contro di ogni misura pensata per arginare il Covid-19. Non vengono esaminate solo le questioni mediche, bensì pure quelle sociali, fa notare.

Tornando sui vaccini, Cassis afferma che, grazie al suo passato di medico cantonale, ha imparato a dare prova di pazienza nei confronti delle persone scettiche riguardo alla puntura. Tuttavia, i non vaccinati rappresentano al momento oltre il 70% dei pazienti colpiti dalla malattia, rimarca il consigliere federale.

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