Svizzera

‘Media indipendenti fondamento della democrazia diretta’

Il comitato per il ‘sì’ al pacchetto di aiuti lancia la campagna in vista della votazione del 13 febbraio

Si vota tra poco più di due mesi
(Keystone)
6 dicembre 2021
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Berna – Il comitato per il “sì” al pacchetto di misure a favore dei media – in votazione il prossimo 13 febbraio – combatte per un giornalismo indipendente e variegato in tutte le regioni della Svizzera. L’organizzazione, chiamata “La libertà d’opinione”, ha esposto oggi i suoi argomenti.

Dei media indipendenti sono un fondamento della democrazia diretta e per questo essenziali in Svizzera, ha comunicato il comitato. I cittadini devono infatti potersi fare delle idee liberamente e per questo sono necessarie informazioni affidabili, diversificate e anche critiche.

La varietà mediatica è importante soprattutto a livello cantonale e comunale, ha proseguito l’organizzazione. Le testate locali hanno un ruolo importante per il dibattito e per la coesione della Svizzera.

Media in crisi

Questo ruolo informativo, così importante per la democrazia, è però in pericolo. Le entrate pubblicitarie sempre minori e la trasformazione digitale pongono i media elvetici di fronte a sfide importanti. Una grande concorrenza arriva poi da giganti di internet come Facebook, Google o ancora TikTok.

La pandemia di coronavirus non ha fatto che accentuare le difficoltà. Al giornalismo di qualità mancano i soldi, il numero di testate è in calo e la varietà del giornalismo scende. In parole povere, sempre secondo il comitato, la Svizzera è nel pieno di una crisi mediatica.

Per questo servono finanziamenti che permettano investimenti in nuovi modelli aziendali. Il pacchetto di aiuti deciso dal Parlamento permette una soluzione limitata a sette anni con “un approccio liberale e ragionevole”.

Stato e media restano divisi

Con la soluzione proposta Stato e media rimangono chiaramente separati, ha continuato ad argomentare il comitato per il “sì”. Il sostegno andrebbe a media di destra e sinistra, dalle radio fino alle pagine online.

Del comitato “La libertà d’opinione” fanno parte l’organizzazione Stampa svizzera, circa 90 fra deputate e deputati di tutti i gruppi – salvo l’Udc – così come 20 associazioni quali la scuola di giornalismo Maz.

Il testo è stato approvato dal Parlamento durante la Sessione estiva. Per sette anni i media svizzeri riceverebbero sostegni aggiuntivi diretti e indiretti per 120 milioni di franchi. Contro la decisione è stato indetto un referendum e i cittadini sono chiamati al voto il prossimo 13 febbraio.

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