coronavirus

Berset: ‘Per ora nessuna misura ulteriore’

Aumentano i casi, ma nelle cure intensive l’incremento è moderato. Gli esperti: ‘Importante vaccinarsi’

Alain Berset durante la conferenza stampa
(Keystone)
18 novembre 2021
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Al momento non sono necessarie ulteriori misure per far fronte al coronavirus. Lo ha affermato oggi in conferenza stampa il consigliere federale Alain Berset precisando che il futuro “dipenderà dal comportamento di ognuno di noi”.

“Stiamo chiaramente affrontando la quinta ondata”, ha detto il ministro della sanità al termine di un incontro con i membri della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (Cds). I dati sui contagi sono nettamente aumentati nelle ultime settimane, in particolare nella Svizzera centrale e orientale. Da metà ottobre anche il numero dei ricoveri è in aumento, ma più lentamente. Nelle cure intensive l’incremento è solo moderato.

Per Berset è rassicurante il fatto che sono soprattutto i giovani a essere contagiati poiché per loro la probabilità di avere una malattia con decorso grave è inferiore. È invece più preoccupante, visto l’arrivo della stagione fredda, il fatto che il numero di casi positivi raddoppia ogni due settimane. “Il numero di adulti che non hanno un’immunità è ancora troppo elevato”, afferma il consigliere federale.

“Si vedrà nei prossimi giorni e settimane se il tasso di vaccinazione e le misure adottate saranno sufficienti per evitare di sovraccaricare il sistema sanitario”, ha sostenuto da parte sua il presidente della Cds Lukas Engelberger. A preoccupare è anche lo sfinimento e l’assenteismo del personale di cura.

Non è quindi escluso un inasprimento puntuale in determinati cantoni dei provvedimenti contro il virus, ha aggiunto. Engelberger ha fatto l’esempio degli accessi agli ospedali, alle case anziani e delle scuole. “Ogni cantone deve assumersi le proprie responsabilità e aumentare la protezione”, ha affermato.

Per il momento tuttavia il certificato sanitario continuerà a essere rilasciato a tutte le persone “Tgv" (testate, guarite o vaccinate). Durante l’incontro non è stato discusso di un eventuale passaggio al dispositivo chiamato in tedesco 2G (ossia “geimpft e genesen”, vaccinati e guariti), ha precisato Engelberger affermando di “non auspicare” questo passo.

Il confinamento delle persone non vaccinate, come avviene in Austria, non è all’ordine del giorno, ha aggiunto Berset. “Vogliamo evitare di tornare a misure più restrittive di quelle attuali e a ulteriori chiusure. Speriamo di poter controllare l’evoluzione della situazione con le misure attuali”, ha sostenuto il ministro della sanità.

La priorità va data alla riduzione del numero di persone non vaccinate, allo scopo di limitare la circolazione del virus. Durante l’offensiva della scorsa settimana sono state inoculate 35’000 prime dosi. Attualmente, il 65% della popolazione è completamente vaccinato (il 74% di chi ha più di 12 anni).

Berset si è anche espresso sulla terza dose di vaccino: negli over 65 la protezione contro un decorso complicato della malattia diminuisce dal 90 all’80% sei mesi dopo la seconda dose. La terza iniezione permette di ripristinare l’immunità. Tra i più giovani invece la protezione rimane superiore al 90%, precisa il ministro della sanità.

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