Svizzera

UDC: “no” a iniziative cure infermieristiche e giustizia

Così hanno deciso i delegati democentristi riuniti oggi in assemblea a Montricher

(Keystone)
23 ottobre 2021
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"No" all’iniziativa ‘per cure infermieristiche forti’ e “no” a quella per la giustizia. Lo hanno deciso oggi i delegati dell’UDC riuniti in assemblea a Montricher (VD). I democentristi hanno anche adottato una risoluzione contro le città governate dalla sinistra.

Nel documento si propongono diverse misure “per limitare l’influenza negativa delle città di sinistra sulla cultura politica liberale del nostro Paese”. Secondo l’UDC, la “gauche caviar” e gli ambientalisti moralizzatori finanziano con i soldi degli altri una serie di privilegi esplicitamente clientelari.

Al fine di limitare quella che viene definita “l’influenza nefasta delle città rosso-verdi”, l’UDC Svizzera propone alle sue sezioni cantonali diverse misure come il chiarimento dei costi reali e dei proventi delle imposte tra cittadini e popolazione rurale. Il partito vorrebbe anche che il numero di seggi in Consiglio nazionale non venga più calcolato in base alla popolazione residente totale ma tenendo conto solo dei cittadini svizzeri.

Al voto la risoluzione è stata adottata con 160 voti contro 17. In seguito i delegati hanno discusso dell’iniziativa sulle cure infermieristiche, bocciata con 185 voti contro 14. Approvare il testo significa favorire i sindacati, non i professionisti della sanità, ha sostenuto il consigliere nazionale Albert Rösti (BE). Per il bernese non ha poi senso fissare i salari nella Costituzione per una sola categoria professionale. Per l’UDC è quindi meglio puntare sul controprogetto, che ha il vantaggio di poter entrare in vigore subito.

Quanto al testo sulla giustizia, questo è stato respinto con 179 contro 1. Il nostro Paese riposa sul sistema della concordanza che garantisce la legittimità e l’accettazione del sistema giudiziario, non è il caso di fare esperimenti, ha sostenuto la consigliera nazionale Barbara Steinemann (ZH), che ha invitato a non sottovalutare la dimensione politica della magistratura.

Il terzo oggetto che sarà sottoposto al popolo, la revisione della legge covid-19, è già stato rifiutato in una precedente assemblea tenutasi ad agosto a Granges-Paccot (FR).

Nel suo discorso, il presidente Marco Chiesa si è espresso sulle misure adottate per lottare contro il coronavirus. “I piani di protezione funzionano: i settori della ristorazione, dello sport e della cultura lo hanno dimostrato per mesi”, ha detto il “senatore” ticinese nella tenda dove si è tenuta l’assemblea, aperta sui lati per evitare restrizioni sanitarie.

Chiesa ha accusato il Consiglio federale di non aver mantenuto la parola data. Le misure restrittive avrebbero potuto essere revocate da tempo, ha detto. L’obbligo del certificato è un inutile paternalismo. L’esecutivo deve ora presentare una strategia d’uscita vincolante per tornare alla normalità democratica.

Da parte sua, il consigliere federale democentrista Guy Parmelin ha presentato una panoramica della situazione economica elvetica. “La Svizzera ha chiaramente limitato i danni, soprattutto se osserviamo i nostri vicini”. La ragione principale, ha proseguito, è da ricercare nel fatto che le restrizioni sanitarie qui sono state molto meno severe che in altri Paesi.

Chiesa ha poi criticato aspramente la Strategia energetica 2050 del Consiglio federale, “che mette in pericolo la prosperità e la sicurezza dell’approvvigionamento”. L’UDC da tempo afferma che la Svizzera avrà presto problemi, e il problema non potrà essere risolto solo con le fonti di energia rinnovabili.

Anche un accordo sull’elettricità con l’UE non è una soluzione praticabile: secondo Chiesa la Svizzera deve produrre più energia elettrica per non diventare troppo dipendente dall’estero. Anche per Parmelin la Svizzera deve orientarsi verso una maggiore indipendenza. Questo è tanto più necessario perché la domanda di elettricità non diminuirà in futuro. La sicurezza dell’approvvigionamento di domani deve essere pianificata oggi, ha precisato il consigliere federale, sostenendo come la situazione potrebbe diventare critica in pochi anni.

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