Svizzera

‘Situazione sfavorevole, sgomberare il campo da false notizie’

Gli esperti evidenziano la ripresa dei contagi soprattutto nei cantoni con bassi tassi di vaccinazione. Occorre convincere gli indecisi e vigilare

(Ti-Press)
19 ottobre 2021
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La situazione sul fronte della pandemia di Covid rimane tesa e le prospettive sfavorevoli. Lo ha dichiarato oggi, nel consueto incontro settimanale coi media, Patrick Mathys della sezione crisi e cooperazione internazionale dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

A parere di Mathys, per evitare un incremento dei casi di infezione e delle ospedalizzazioni, il ritmo delle vaccinazioni dovrebbe aumentare. Benché la situazione al momento sia relativamente buona, nuvole nere si affacciano all’orizzonte: non è solo il ritmo blando delle immunizzazioni a preoccupare, ma anche il rientro dei giovani dalle vacanze scolastiche e l’arrivo della stagione fredda. La vaccinazione, ha ribadito ripetendo quando affermato già la settimana scorsa, rimane la via maestra per evitare il peggio.

Incremento infezioni in alcuni cantoni

Commentando le cifre diffuse oggi dall’UFSP, le infezioni tendono a stabilizzarsi, ma si registra già un incremento di certi cantoni, specie della Svizzera orientale, dove il tasso di vaccinati è più basso che altrove. Come la settimana scorsa, a contrarre il virus sono soprattutto i giovani tra i 10 e i 19 anni. Circa i ricoveri, attualmente i pazienti che richiedono cure intense occupano il 14% dei letti disponibili, pari a circa 120 persone, ciò che significa un’alta occupazione per il reparto. La metà dei ricoverati ha meno di 57 anni. Per quanto riguarda i decessi, la media è di 5 al giorno, invariata rispetto a una settimana fa, ha sottolineato.

Re a 1, con tendenza al rialzo

Il tasso di riproduzione (Re) del virus si è attestato a 1, con la metà dei cantoni che registra un valore superiore. Mathys si attende un incremento del tasso di riproduzione generale, ossia a un peggioramento della situazione epidemica nelle prossime settimane. Tutto ciò, considerato alla luce del numero di vaccinati (71% completamente dai 12 anni in su) non consente di essere ottimisti: insomma, la situazione è sfavorevole.

Dal canto suo, Rudolf Hauri, presidente dell’associazione dei medici cantonali, ha spiegato che nelle prossime settimane dovrà essere fatto uno sforzo ulteriore da parte dei cantoni per spiegare agli indecisi l’importanza del vaccino, così come prevede l’offensiva del Consiglio federale mediante unità mobili e consulenti. Se non si fa nulla, ha messo in guardia, si rischia una nuova ondata e, di conseguenza, nuove misure protettive per arginarla.

Combattere fake news

Per Hauri è importante anche sgomberare il campo da false notizie che circolano fra la popolazione: il vaccino non rende sterili, mentre il Covid può avere effetti negativi sulle donne in stato interessante, fino alla morte del feto, per non parlare delle conseguenze a lungo termine (long Covid). Tra l’altro, anche l’idea che il virus colpisca duramente solo gli anziani è fuorviante, giacché anche soggetti giovani possono ammalarsi gravemente.

In merito ai vaccini, le strutture sanitarie secondo Hauri non ci guadagnano: oltre ad essere sicuri, causano problemi solo in casi isolati. Stando ad Hauri, i cantoni dovranno rafforzare i controlli su chi offre i test e rimanere vigili sulla bontà dei certificati covid emessi. Attualmente, si nota una recrudescenza del virus tra le persone di ritorno dall’estero. Oltre il 10% dei soggetti non vaccinati dovrà probabilmente pagare una multa perché non si è sottoposto a un test PCR come previsto. Insomma, la vigilanza è d’obbligo.

Per quanto attiene a una vaccinazione di richiamo, Hauri ha detto di sperare che le autorizzazioni al riguardo giungano al più presto, con anche chiare indicazioni su chi ne ha bisogno.

Long covid, si sa ancora poco

In merito alle ripercussioni a lungo termine della malattia, un tema esposto da Milo Puhan, direttore dell’Istituto di epidemiologia, biostatistica e prevenzione dell’Università di Zurigo, stando alle ultime scoperte un adulto su cinque con un’infezione sintomatica da covid è colpito. Tra i bambini, ciò si verifica nel 3% di coloro chi ha contratto l’infezione.

La malattia, ha spiegato Puhan, è ancora caratterizzata da una varietà di sintomi così come da una varietà di sviluppi, ha precisato. “Stiamo imparando sempre di più sul decorso clinico della malattia post-Covid 19”, ha aggiunto lo specialista. Tuttavia, si sa ancora troppo poco per sviluppare trattamenti efficaci per gli effetti a lungo termine del coronavirus.

La più grande indagine svolta finora che ha interessato 4 mila persone ha messo in luce alcuni sintomi tipici come la mancanza di respiro e la tosse secca, effetti che diminuiscono col passare del tempo. I disturbi cognitivi, come la stanchezza, durano più a lungo.

Vaccino protegge da long covid

Le persone vaccinate presentano spesso un decorso lieve e asintomatico della malattia, e il rischio di Long Covid può essere ridotto del 50%, ha spiegato dal canto suo Mayssam Nehme, capo clinica all’Ospedale universitario di Ginevra. Alcuni pazienti Long Covid non potevano più rimanere in piedi correttamente, ha spiegato Nehme e soffrirebbero di forti dolori.

Tale fenomeno potrebbe interessare anche persone sane tra i 30 e i 40 anni di età. Dopo una vaccinazione, i sintomi potrebbero scemare. Al momento, ha aggiunto Nehme, stiamo cercando di sviluppare trattamenti per i pazienti post-Covid.

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