la sentenza

Clima: annullata assoluzione ad attivista

Aveva imbrattato un edificio di Credit Suisse a Ginevra. I giudici: ‘Il riscaldamento globale non rappresenta un pericolo imminente’

Scritta contro Credit Suisse in Place de Bel-Air a Ginevra
(Keystone)
13 ottobre 2021
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Il Tribunale federale (Tf) ha annullato l’assoluzione di un attivista per il clima che aveva imbrattato un edificio del Credit Suisse con vernice rossa a Ginevra nell’ottobre 2018. Ritiene che il giovane non può invocare lo “stato di necessità putativo”.

Come nel caso degli attivisti per il clima che avevano giocato a tennis nell’atrio di una filiale del Credit Suisse a Losanna nel novembre 2018, il Tribunale federale conclude che non ci sono le condizioni di un lecito stato di necessità.

In una sentenza pubblicata oggi, la Corte precisa che nel caso di questo stato di necessità, deve esistere un pericolo imminente per un interesse giuridico individuale. Il pericolo deve concretizzarsi nelle ore successive e non deve poter essere evitato in nessun altro modo.

Secondo i giudici, il riscaldamento climatico e i disastri che provoca non rappresentano un tale pericolo imminente. Le conseguenze possono in effetti colpire tutti indistintamente, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, senza che sia possibile identificare un bene giuridico particolarmente minacciato.

Il fatto poi di imbrattare una facciata di edificio non previene direttamente il riscaldamento climatico e le sue conseguenze. Le cause del riscaldamento sono molteplici e non sono limitate agli investimenti del Credit Suisse nelle energie fossili.

Secondo il Tf, l’attivista di Breakfree Suisse non può invocare la libertà di espressione o la libertà di riunione. L’ordine pubblico protegge solo le riunioni pacifiche. Le autorità non devono considerare solo gli interessi dei manifestanti, ma anche salvaguardare le libertà dei terzi non manifestanti.

Nella sua sentenza, il Tribunale federale ha accolto i ricorsi della Procura di Ginevra e del Credit Suisse. Il caso è rinviato al tribunale cantonale.

In prima istanza, il tribunale di polizia aveva condannato l’attivista a una pena pecuniaria di 10 aliquote giornaliere da 30 franchi sospese per danni alla proprietà. In appello, il giovane era stato assolto dalla Camera penale di appello.

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