Svizzera

Per la Svizzera l’approvvigionamento elettrico è fondamentale

Il Consiglio federale ha preso atto di due rapporti sul tema circa possibili misure su rete, consumo e produzione e scenari di collaborazione con l’Ue

Una veduta esterna della Sottostazione Elettrica di Magadino
(© Ti-Press)
13 ottobre 2021
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La sicurezza dell’approvvigionamento elettrico per la Svizzera è di fondamentale importanza, anche vista l’incertezza riguardo alla conclusione di un accordo sull’energia elettrica con l’Ue. Il Consiglio federale ha preso atto oggi di due rapporti sul tema che serviranno da base per ulteriori decisioni. Intanto ha già annunciato l’elaborazione, entro novembre, di un piano per fronteggiare i picchi di carico con centrali a gas e un’analisi dei potenziali di efficienza elettrica fino al 2025.

In giugno, parallelamente all’approvazione del messaggio concernente la legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili, il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell’energia (Datec) di analizzare le ripercussioni del mancato accordo con l’Ue e di elaborare misure a breve e medio termine per garantire la stabilità della rete e la sicurezza dell’approvvigionamento.

Il primo rapporto, redatto dalla Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom) e Swissgrid, elenca 80 possibili misure nei settori rete, consumo e produzione con priorità e orizzonti temporali diversi.

Il secondo analizza i possibili problemi legati al nuovo quadro normativo dell’Ue a partire dal 2025 ed è stato commissionato alla società di consulenza Frontier Economics. Dal 2007, anno dell’avvio dei negoziati per un accordo sull’energia elettrica, la regolamentazione del mercato interno europeo dell’elettricità si è evoluta notevolmente, con ripercussioni anche per la Svizzera, visto che la rete di trasporto elvetica è strettamente collegata ai Paesi limitrofi.

Lo scorso anno è entrata in vigore la regolazione Clean Energy Package, che impone ai gestori delle reti di trasporto europei di mantenere almeno il 70% delle capacità di rete transfrontaliere libere per il commercio di elettricità all’interno dell’Ue dal 2025. Questa disposizione potrebbe limitare notevolmente le capacità d’importazione della Svizzera e causare un aumento massiccio dei flussi non pianificati di elettricità tali da compromettere la stabilità della rete svizzera, spiega un comunicato.

Nello studio sono stati presi in considerazione tre scenari con diversi gradi di collaborazione possibili tra la Svizzera e l’Ue, ma tutti basati su “una situazione di stress particolarmente critica per la rete di trasporto svizzera”, ossia la mancata disponibilità dei due reattori della centrale nucleare di Beznau e di un terzo delle centrali nucleari francesi. “Questa situazione estrema, piuttosto improbabile, ma che non si può escludere del tutto, è l’esempio per la più grave di tutte le congestioni possibili nell’approvvigionamento”, spiegano gli esperti.

Il primo scenario analizza le ripercussioni in caso di assenza totale di collaborazione con l’Ue. Tenendo conto dell’ipotesi peggiore, i Paesi confinanti potranno rispettare la regola del 70% solamente limitando la capacità di trasporto da e verso la Svizzera. Questo comporterebbe una riduzione delle importazioni di oltre tre volte e delle esportazioni di oltre quattro volte. La situazione quindi diventerebbe critica verso la fine del mese di marzo: durante ben 47 ore potrebbe non essere disponibile una quantità di energia elettrica sufficiente a soddisfare la domanda interna. “Nelle ipotesi più estreme (ulteriori cali di produzione) l’approvvigionamento potrebbe essere interrotto addirittura fino a 500 ore”, afferma il rapporto.

Nel secondo scenario Swissgrid stipula accordi tecnici con i gestori delle reti di trasporto europei, così da garantire che la Svizzera venga considerata nell’applicazione della regola del 70% alle frontiere con il Norditalia, la Francia, la Germania e l’Austria. In questo caso la Confederazione disporrebbe in ogni momento di una quantità sufficiente di energia. “Al momento è tuttavia incerto, se sarà possibile concludere per tempo tali accordi”, aggiunge il comunicato.

Il terzo scenario prevede la conclusione di un accordo sull’energia elettrica che assicura alla Svizzera la partecipazione al mercato interno europeo dell’elettricità. Tutte le norme Ue in materia, incluse le disposizioni del Clean Energy Package, si applicherebbero anche alla Svizzera. “Questo scenario mostra la stretta collaborazione tra la Svizzera e i Paesi confinanti e offre una maggiore sicurezza di approvvigionamento e ulteriori vantaggi finanziari per la Svizzera”, secondo il rapporto.

Il Consiglio federale esaminerà in modo approfondito delle misure atte a rafforzare la sicurezza di approvvigionamento e la stabilità della rete basandosi sui due rapporti presentati e, al termine di un dibattito, se necessario definirà ulteriori mandati, conclude la nota.

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