Svizzera

Quasi 8mila afghani vorrebbero il visto umanitario elvetico

Le richieste sono arrivate via e-mail. Per un terzo di queste l’esito potrebbe essere positivo. Sono tre i criteri di valutazione per la concessione di un visto

In cerca di un futuro migliore
(Keystone)
6 ottobre 2021
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La Segreteria di Stato della migrazione (Sem) ha finora ricevuto 7’800 e-mail da persone originarie dell’Afghanistan che desiderano presentare domanda per ottenere un visto umanitario. Per tre di queste domande la Sem potrebbe dare una risposta positiva. “La Sem non ha ancora trattato alcuna domanda formale per la concessione di visti umanitari”, ha comunicato oggi l’autorità a Keystone-Ats, confermando così un’informazione di radio Srf. Le richieste ufficiali devono essere presentate presso una rappresentanza svizzera all’estero, ha precisato.

Nessuna domanda pendente

La Sem, secondo quanto da essa stessa indicato, valuta se i criteri per la concessione di un visto umanitario possono essere soddisfatti. La valutazione non ha alcun effetto legale. “Non abbiamo quindi respinto nessuna domanda, né ci sono domande pendenti”, scrive la Sem. Nella maggior parte dei casi, la Sem non crede che le informazioni e gli eventuali documenti provino che i criteri per un visto umanitario possano essere soddisfatti. “In tre casi supponiamo che i criteri possano essere soddisfatti”, ha sottolineato. Secondo la Sem, devono essere soddisfatti in particolare due criteri. La persona in questione deve essere in grado di dimostrare che su di lei incombe una minaccia di pericolo concreto e imminente per la sua vita. L’appartenenza a un gruppo possibilmente in pericolo non è sufficiente. Anche la presa del potere da parte dei talebani in quanto tale non è sufficiente. Inoltre, deve essere dimostrato uno stretto legame con la Svizzera.

Critica della prassi restrittiva

Visti umanitari, ricongiungimento familiare e reinsediamento sono tre diverse possibilità per vie di fuga legali e sicure. L’Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati (Osar) chiede che la Svizzera faciliti il rilascio di visti umanitari e acceleri i ricongiungimenti familiari per accogliere i rifugiati afghani. La pratica attuale in materia di visti umanitari è estremamente restrittiva, ha indicato Osar a Keystone-Ats. La Confederazione non rilascia quasi nessun visto umanitario. L’Osar accoglie positivamente il fatto che la Sem stia esaminando le richieste preliminari di visti umanitari. A metà agosto, l’Osar aveva già chiesto che parenti o altre persone di contatto in Svizzera potessero presentare in anticipo per iscritto la domanda di visto umanitario alla Sem per un esame preliminare. Questo perché la fuga verso un’ambasciata elvetica in un Paese vicino è molto rischiosa e difficile per le persone vulnerabili in Afghanistan. Attualmente la Svizzera non ha una rappresentanza in Afghanistan. Secondo l’Osar anche le persone ammesse provvisoriamente dovrebbero avere lo stesso diritto al ricongiungimento familiare dei rifugiati riconosciuti, dal momento che hanno un bisogno di protezione paragonabile e l’esperienza dimostra che rimangono in Svizzera a lungo termine. Oggi, le persone ammesse provvisoriamente sono soggette a un periodo di attesa di tre anni per il ricongiungimento familiare. “Le restrizioni esistenti non sono compatibili con i diritti umani - soprattutto per quanto riguarda la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia”, scrive l’Osar. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi, ha chiesto alla Svizzera alla fine di settembre di accogliere ulteriori rifugiati afghani da un Paese vicino all’Afghanistan nell’ambito del reinsediamento. I rifugiati di reinsediamento sono già riconosciuti dall’Unhcr. Si tratta di rifugiati particolarmente vulnerabili senza accesso ai servizi di base vitali e ai diritti fondamentali, come donne, bambini e famiglie.

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