Svizzera

Approvata agli Stati la legge sulle piste ciclabili

La legge applica il nuovo articolo costituzionale che promuove la realizzazione di una rete ciclabile efficiente

(Ti-Press)
28 settembre 2021
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Anche dopo l’introduzione nella Costituzione federale di una norma sulle piste ciclabili, approvata in votazione nel settembre 2018, i Cantoni rimarranno competenti per la loro realizzazione. Lo prevede la relativa legge d’applicazione del nuovo articolo costituzionale approvata oggi dal Consiglio degli Stati con 24 voti contro 17, che ha però negato il diritto di ricorso alle organizzazioni specializzate.

Durante il dibattito d’entrata in materia una minoranza ha chiesto di rinviare il dossier al Consiglio federale ritenendo il progetto eccessivo e, soprattutto, troppo costoso per le casse pubbliche. Avrebbe voluto che la legge fosse rivista per renderla analoga a quella sui percorsi pedonali e i sentieri.

La Svizzera ha un grande ritardo rispetto ai Paesi vicini, ha replicato la maggioranza. La bicicletta oggi non è più utilizzata solo durante il tempo libero, grazie anche all’arrivo sul mercato della bici elettrica, molti l’utilizzano come mezzo di trasporto usuale, per esempio per andare a lavorare, e ciò non solo nelle città, ha sottolineato Marianne Maret (Centro/VS). Al voto il rinvio è quindi stato bocciato con 33 voti contro 7 e 3 astenuti.

Lo scopo del nuovo articolo costituzionale è di realizzare una rete ciclabile efficiente e sicura che contribuisca a separare le correnti di traffico e a gestire meglio la mobilità, riducendo le interferenze tra auto, bici e pedoni e di conseguenza il rischio di incidenti, spiega l’esecutivo in una nota.

Per concretizzare questi obiettivi il Consiglio federale ha partorito una nuova Legge sulle ciclovie (sic) che prevede l’obbligo per i Cantoni di progettare e realizzare reti ciclabili. Eventuali percorsi soppressi perché non più sicuri o interessanti dovranno essere sostituiti. Con 22 voti contro 11 la Camera dei cantoni ha però precisato che tale sostituzione deve avvenire unicamente quando sussiste “un interesse pubblico comprovato”.

La legge stabilisce inoltre una serie di obiettivi qualitativi (coerenza, percorribilità diretta, sicurezza, omogeneità, attrattiva) espressi in principi generali di pianificazione. La Confederazione fornirà informazioni, consulenza e geodati.

Con 27 voti contro 14, gli Stati hanno poi deciso che il diritto di ricorso va limitato a Comuni e Cantoni. Il governo proponeva invece di estenderlo anche alle organizzazioni specializzate attive a livello nazionale da almeno tre anni.

I “senatori” hanno invece sostenuto la proposta dell’esecutivo secondo cui la Confederazione può coinvolgere per determinati compiti le organizzazioni specializzate. Con 24 voti a 17 ha deciso che queste potranno essere indennizzate, anche finanziariamente. “Qualsiasi lavoro merita una paga”, ha sostenuto Charles Juillard (Centro/JU).

Il decreto e l’iniziativa

Il decreto federale approvato nell’autunno del 2018 con il 73,6% dei voti concerne vie ciclabili, sentieri e percorsi pedonali. Era un controprogetto diretto all’iniziativa popolare “Per la promozione delle vie ciclabili e dei sentieri e percorsi pedonali” (Iniziativa per la bici). Quest’ultima voleva “obbligare” la Confederazione a sostenere i cantoni nella realizzazione e manutenzione di sentieri, percorsi pedonali e piste ciclabili.

Il controprogetto elaborato dal Consiglio federale e dal Parlamento ha ripreso la formulazione meno vincolante – già presente in precedenza nella Costituzione, che promuoveva sentieri e percorsi pedonali – secondo la quale Berna “può” sostenere la costruzione di simili reti. Soddisfatto della controproposta, il comitato promotore dell’iniziativa – depositata il primo marzo 2016 con 105’234 firme valide – aveva deciso di ritirare il testo.

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