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I giovani tornano in piazza con Fridays for Future

Grande Zurigo come in tante altre città del mondo.A Losanna primo processo a uno dei 200 attivisti denunciati per le proteste del 2019 e 2020

Proteste in tutto il mondo (Keystone)
24 settembre 2021
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Giovani di tutta la Svizzera sono scesi nuovamente in strada oggi pomeriggio per protestare a favore del clima: le manifestazioni si sono tenute in diverse città elvetiche, sull’onda dell’appello lanciato a livello globale dall’iniziativa “Fridays for Future”.

A Zurigo, nei pressi del Politecnico federale, si sono riunite diverse migliaia di persone (circa 4’000 secondo gli organizzatori): ha preso la parola anche l’esperta del clima del Politecnico di Zurigo Sonia Seneviratne, autrice di diversi rapporti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc).

Nel tardo pomeriggio i giovani - pur se in numero decisamente minore - hanno fatto sentire la loro voce anche a Berna, Lucerna, Losanna, Ginevra, La Chaux-de-Fonds (Ne), Aarau, Herisau e Davos (Gr).


Greta Thunberg in piazza a Berlino (Keystone)

I partecipanti alle diverse manifestazioni nelle città hanno esibito cartelloni e striscioni di ogni genere e di ogni colore, chiedendo a gran voce un’immediata “giustizia climatica“. Su alcuni cartelli si potevano leggere frasi del tipo: “La terra ribolle di rabbia”, "Assassino del clima n. 1 - carne e latte”, oppure "Il pianeta sta bruciando”. La sezione svizzera di Sciopero per il clima ha già annunciato oggi tramite un comunicato la sua partecipazione alla prossima giornata d’azione internazionale che si terrà il 22 ottobre.

Primo processo a un attivista

Un attivista 30enne di Extinction Rebellion (Xr) è comparso oggi davanti al tribunale di polizia di Losanna per aver bloccato la circolazione in tre azioni separate a favore del clima nel capoluogo vodese. Si tratta del primo processo, in prima istanza, di una lunga serie che vede coinvolti circa 200 attivisti. Dopo una sentenza del Tribunale federale (Tf), la difesa è ora costretta a cambiare strategia: confida nell’assoluzione citando la libertà di manifestare pacificamente.

I giovani manifestanti saranno giudicati per aver compiuto nel 2019 e 2020 delle azioni di disobbedienza civile a Losanna. Al momento, entro la fine dell’anno sono già previsti oltre dieci processi nei confronti di una sessantina di persone.

L’obiettivo di questi attivisti è di fare parlare di sé per promuovere la lotta contro i cambiamenti climatici: oltre a Extinction Rebellion - un movimento di protesta che vede gli attivisti spesso coinvolti in azioni di protesta e di boicottaggio - ci sono anche organizzazioni come “Action Climat” o l’associazione “Sciopero per il clima”.

Il 30enne alla sbarra è il co-fondatore delle organizzazioni locali "Lausanne Action Climat" e “Xr Lausanne” e negli scorsi anni si è reso protagonista (insieme ad altri attivisti) di numerosi blocchi illegali a Losanna: ad esempio l’occupazione abusiva del ponte Bessières, della rotonda della Maladière e di altri incroci nel centro del capoluogo vodese, nonché dell’occupazione di una filiale di Ubs nel gennaio 2020.

L’attivista romando è accusato, tra le altre cose, di perturbamento di pubblici servizi, di violazione delle regole del traffico della legge vodese sulle contravvenzioni, così come del regolamento generale di polizia di Losanna. Per i fatti accaduti all’Ubs, è anche accusato di danneggiamento e di violazione di domicilio. Rischia un totale di 190 aliquote giornaliere di 30 franchi, di cui 30 sospese per due anni e una multa di 1’500 franchi. Il verdetto di questo primo processo sarà reso noto mercoledì nel tardo pomeriggio: oggi, per marcare presenza, erano presenti circa 80 simpatizzanti delle azioni a favore del clima. Su richiesta dell’avvocato difensore, il caso legato a Ubs verrà separato dal resto.

La difesa deve cambiare strategia

Finora gli attivisti contro il cambiamento climatico in aula hanno provato a invocare uno stato di legittima necessità. Tuttavia, una sentenza del Tribunale federale dello scorso giugno ha chiaramente stabilito che la crisi climatica non rientra in questa disposizione del Codice penale. L’alta corte aveva pertanto respinto il ricorso di 12 attivisti che avevano occupato una sede losannese del Credit Suisse nel 2018.

Questa mattina, la difesa ha cambiato strategia, invocando la libertà di manifestare pacificamente, garantita dalla Costituzione vodese e da quella federale e, inoltre, protetta da due libertà fondamentali garantite dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu): la libertà di espressione e la libertà di riunione. Ha proseguito ricordando che il diritto internazionale è anche diritto interno e deve quindi essere applicato in Svizzera.

La scorsa settimana, gli attivisti a favore del clima hanno reso noto che eventuali condanne saranno sistematicamente oggetto di ricorso, anche fino alla Cedu.

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