Svizzera

La pandemia alimenta i pensieri suicidi

Le richieste di aiuto al 143 di persone che pensavano di togliersi la vita sono aumentate del 30% nel primo semestre del 2021 rispetto a due anni fa

(Ti-Press)
9 settembre 2021
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A causa della pandemia crescono in Svizzera le persone in difficoltà e con pensieri suicidi: le chiamate al "Telefono amico - 143" nei primi sei mesi del 2021 sono aumentate del 10% rispetto al primo semestre dello scorso anno e addirittura del 30% rispetto allo stesso periodo del 2019. La situazione è particolarmente difficile per i più giovani.

Da gennaio a fine giugno, Il numero di chiamate da parte dei minorenni è aumentato del 40% rispetto al primo semestre del 2019 e del 5,7% rispetto al 2020, indica oggi l'organizzazione in una nota alla vigilia della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. Per le persone al di sotto dei 40 anni l'incremento è stato rispettivamente del 12,8% e del 2%. In questa fascia d'età, spiega il Telefono amico, le persone tendono maggiormente a cercare aiuti su forum di discussione e coloro che decidono di alzare la cornetta spesso "lasciano supporre una sofferenza particolarmente importante".

Bambini e adolescenti che si rivolgono al 143 spesso raccontano di percorsi difficili, a volte tragici. Non mancano attacchi d'ansia, autolesionismo, pensieri suicidi, nonché mancanza di prospettive e il sentimento di isolamento e di perdita di significato.

Durante la crisi pandemica, con le restrizioni messe in atto dalle autorità, l'isolamento sociale ha gravato pesantemente sulla psiche dei giovani: oltre a questo aspetto, il Telefono amico registra anche "grandi preoccupazioni per il futuro del pianeta, la paura di non riuscire a trovare un lavoro e lo stress legato alla discriminazione e alla violenza".
 
 

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