Tf: sanzione ad avvocato, ha chiamato cowboy i poliziotti

Losanna – Il Tribunale federale ha respinto il ricorso di un avvocato vallesano al quale la Commissione cantonale di disciplina degli avvocati ha inflitto una multa di 3'000 franchi per aver dato dei "cowboy" a dei poliziotti e del "pagliaccio" a un collega durante un'udienza.

Il ricorrente contestava che i fatti denunciati costituissero una violazione del suo dovere di diligenza. In una sentenza pubblicata oggi, la Seconda Corte di diritto pubblico ricorda però che, pur disponendo di un ampio margine di manovra, agli avvocati non sono permessi tutti i mezzi nella difesa dei loro clienti.

Nella fattispecie, "un comportamento inutilmente aggressivo non corrisponde a un modo di esercitare la professione con cura e diligenza", sottolineano i magistrati della Corte Suprema con sede a Losanna. In particolare, il legale deve astenersi da attacchi personali nei contatti con la parte avversa e i suoi rappresentanti. La difesa del cliente non giustifica né un comportamento aggressivo, né la derisione delle capacità professionali degli ispettori di polizia.

I fatti in questione riguardano una burrascosa udienza che ha avuto luogo nell'aprile del 2019. Ai due agenti che interrogavano la sua cliente l'avvocato difensore aveva dato dei "cowboy" che "non toccano mai il pallone" in materia giudiziaria. E aveva definito il rappresentante dell'accusa "buffone", "burattino", nonché "figlio di papà". Alla fine l'interrogatorio ha dovuto essere interrotto anzitempo.

Denunciato dal comandante della polizia e dal procuratore alla Camera di vigilanza degli avvocati, il difensore ha ammesso che "avrebbe dovuto mantenere la calma" e che avrebbe accettato un eventuale avvertimento o rimprovero. Si è però poi opposto alla multa di 3'000 franchi, confermata dalla giustizia cantonale.

Peraltro il ricorrente, membro dell'Ordine degli avvocati del Vallese dal 2014, era già stato denunciato tre volte nel 2016. E l'anno scorso, il Tribunale federale aveva confermato una prima multa di 1'000 franchi inflitta dalla Commissione di disciplina per violazioni della censura della corrispondenza dei detenuti.